Riaperto il pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, devastato nella notte tra sabato e domenica dai parenti del 15enne Ugo Russo, il ragazzino ucciso nei pressi del Lungomare da un Carabiniere fuori servizio durante un tentativo di rapina.
Una ripresa a tempo di record per il pronto soccorso del nosocomio partenopeo, la cui devastazione aveva anche costretto il personale sanitario a provvedere al trasferimento di alcuni pazienti.
In diretta a ‘Barba&Capelli’, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC, è intervenuto Ciro Verdoliva, direttore dell’Asl Napoli 1, che ha parlato di quanto accaduto al Vecchio Pellegrini: “I fatti di ieri -sottolinea Verdoliva- si sono susseguiti con una velocità assurda. Riceviamo un paziente con ferite da arma da fuoco, seguito da una cinquantina di persone che hanno devastato tutto. E’ stata una colata di lava così bollente da non poter essere gestita dalle guardie. Parliamo di una presenza di circa 30 persone delle forze dell’ordine, è stato un corpo a corpo. Abbiamo fatto in modo che non entrassero in rianimazione, dove era il ragazzo.
Ho percepito l’impossibilità di poter svolgere il servizio, sia per garantire la sicurezza di operatori e pazienti, ma anche perché non c’era nemmeno un defibrillatore, un lettino, un lenzuolo. Quindi, alle 7.30, ho dovuto dichiarare l’interruzione del servizio, una cosa assurda e pericolosissima. L’azienda ha voluto reagire, ho percepito una compattezza, una squadra fortissima. La presenza del presidente De Luca -prosegue- ci ha dato una grandissima carica. Il Prefetto mi ha chiesto di portare da lui gli operatori. Si dice che quando arriva la droga del quartiere si sparano i fuochi, e noi, con le sirene, abbiamo voluto esprimere un concetto: non la daremo vinta a questi delinquenti e ripartiremo più forti di prima.
Abbiamo tutti gli elementi per individuare i delinquenti che hanno profanato e insultato un ospedale, quindi mi aspetto che le conseguenze siano durissime. Il filtro non può esserci, perché le persone devono sapere ciò che è davvero accaduto. Sul presidio di polizia fisso con due agenti non sono mai stato convinto, e ieri trenta agenti non hanno potuto fare molto. Qui bisogna cambiare la gente, far capire alle persone che la sanità è al loro servizio. Ieri, a Napoli -conclude amaramente- c’è stato un episodio di guerra, dello Stato contro l’anti-Stato”.
In diretta a ‘Barba&Capelli’ è intervenuta anche Lucia, Oss aggredita al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini nella notte tra sabato e domenica: “E’ stata una situazione indescrivibile, c’è la necessità di non dover dimenticare. Io vorrei lavorare al sicuro, perché amo il mio lavoro esattamente come tanti altri miei colleghi. Non ho mai assistito ad un episodio del genere, erano animali. Alcuni pazienti volevano scappare, abbiamo dovuto tranquillizzare chi aveva l’ossigenoterapia. C’erano anziani che andavo protetti. Un ragazzino non doveva trovarsi lì a quell’ora. I genitori dovevano dare un’educazione che non c’è stata. Bisogna fermare questo scempio, i ragazzi vanno fermati in tempo”.
Quanto accaduto ha chiaramente lasciato il segno sul personale sanitario del Vecchio Pellegrini, a tal punto che stamattina c’è anche stata una protesta all’esterno del nosocomio partenopeo.
Una sorta di flash-mob, organizzato dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.
Articolo pubblicato il: 2 Marzo 2020 10:18