Paolo Sorrentino: “È stata la mano di Dio” uscirà nei cinema selezionati e su Netflix dopo la presentazione a Venezia 78. Cast di lusso con Toni Servillo, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Enzo Decaro e Massimiliano Gallo.
È online l’attesissimo trailer di È stata la mano di Dio, il nuovo lavoro di Paolo Sorrentino, film Netflix prodotto da Freemantle Media Italia, che ha riportato il regista premio Oscar a girare a Napoli vent’anni dopo il primo film, L’uomo in più.
“È stata la mano di Dio” ha come protagonisti la Napoli degli anni ’80, una famiglia felice (ma in seguito funestata da un grave incidente) e l’arrivo di una divinità calcistica chiamata Diego Armando Maradona. In concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, il film sarà prossimamente al cinema e su Netflix.
Cast di lusso con Toni Servillo, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Enzo Decaro e Massimiliano Gallo. Il protagonista, Fabietto Schisa (personaggio ispirato allo stesso regista), sarà interpretato dal giovane Filippo Scotti.
Non mancheranno scene di caroselli dei tifosi del Napoli, tra strade tinte d’azzurro, bandiere sventolanti, tifosi in festa e auto degli anni ’80, ovvero il periodo d’oro della squadra partenopea guidata da Dieguito. Il cui gol di mano all’Inghilterra ai Mondiali del 1986 ha ispirato il titolo del film. Lo stesso Pibe de Oro, dopo quella memorabile partita in cui segnò anche uno dei gol più belli nella storia del calcio, dichiarò infatti che a colpire il pallone irregolarmente era stata la mano di Dio (come se quel gesto fosse stato un beffardo scherzo agli inglesi dopo la guerra delle Falkland di qualche anno prima).
Quel Diego Armando Maradona che, come raccontato spesso da Paolo Sorrentino, gli ha salvato la vita. Il regista aveva chiesto molte volte al padre di andare a vedere il Napoli in trasferta. Ma quella volta che gli diede finalmente il permesso per vedere Empoli-Napoli, i genitori andarono a trascorrere il fine settimana nella casa di montagna e lì persero la vita per un tragico incidente domestico.
Senza dimenticare il personale ringraziamento al Pibe nel ritirare l’Oscar per La grande bellezza.