di Antonella Amato – Cammina a testa bassa, spalle curve e tanta ma tanta tristezza sul suo viso. E’ il nostro Papa Francesco in visita a pregare in silenzio ad Auschwitz. Sulle spalle e nel cuore porta con sè tutto il dolore e l’orrore di ciò che accadde in quel luogo maledetto. Un viaggio nei luoghi della terza giornata di Papa Francesco in Polonia, che inizierà con un percorso silenzioso nella memoria, perché l’orrore di Auschwitz non si ripeta mai più. Sono già 300mila i giovani che visitano il Museo nei giorni della Gmg. A due passi dai campi di sterminio, un Centro di dialogo per ebrei, polacchi e tedeschi. Il lungo viale che porta al campo di sterminio di Auschwitz è verde. Eppure, neanche il rigoglio della vegetazione, in quest’alba estiva un po’ uggiosa, riesce a cancellare l’immagine dei deportati che in lunghe colonne, su strade sterrate polverose o fangose a seconda del grado di clemenza atmosferica, si incamminano a marce forzate verso il loro destino di morte. La prima cosa che si vede stagliarsi imponente è il Crematorio numero 1, sul lato sinistro dell’ormai famigerata scritta “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi). E’ la porta d’ingresso di Francesco, che oggi è stato il terzo papa a varcare i cancelli del luogo degli orrori più noto al mondo, dove sono stati sterminati quasi due milioni di ebrei, e non solo, in nome di un odio all’uomo, prima ancora che alla fede. La grande e pacifica affluenza ha “blindato” tutta la zona e ha costretto gli organizzatori a non fare entrare i ragazzi nei “blocchi” – 28 solo quelli di Auschwitz – ma a permettere loro una visita completa attraverso grandi pannelli con gigantografie che, lungo il campo di “Auschwitz 1”, riproducono ciò che si trova all’interno dei “blocchi”. Così il popolo giovane di Cracovia può fare in questi giorni il percorso che il Papa ha compiuto oggi. Accende una candela davanti alle lapidi, bacia il palo di ferro delle impiccagioni, tocca con la mano il muro delle esecuzioni poi scende le scale, nel blocco numero 11, per andare a pregare da solo nella cella di San Massimiliano Kolbe. Su una parete del muro è ancora visibile un graffito, una croce. La luce arriva da una grata in alto, piccola e angusta. “Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdono per tanta crudeltà!”, ha scritto, in spagnolo, sul libro d’onore del lager nazista, come riporta il sito della fondazione del museo del campo di concentramento e sterminio degli ebrei. “Auschwitz 2”, il luogo dove i nazisti hanno sterminato il maggior numero di ebrei. In seguito Bergoglio si è recato al monumento alle vittime delle Nazioni, che annovera una serie di lapidi nelle 23 lingue usate dai prigionieri.
Articolo pubblicato il: 29 Luglio 2016 15:39