Pensione, lavoratore precoce e legge 104, quale forme pensionistica conviene e quali requisiti bisogna avere.
I lavoratori precoci possono accedere alla quota 41, a prescindere dalla età anagrafica, a patto che prima dei 19 anni abbiano lavorato per almeno 12 mesi effettivi, anche non continuativi, e abbiano maturato l’anzianità contributiva necessaria al 31 Dicembre 1995. L’assegno pensionistico spettante della quota 41 viene quindi calcolato con il sistema misto. Tale misura è uguale sia per uomo che per donna, ed ha agevolato le categorie di lavoratori che lavorano in condizioni lavorative disagiate.
Chi sono i lavoratori precoci
- I lavoratori precoci sono chiamati così perché possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, con almeno 12 mesi di lavoro effettivo, entro il compimento del diciannovesimo anno di età, inoltre devono trovarsi nelle seguenti condizioni:
- lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro a seguito di licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale e che non percepiscono più da almeno tre mesi la prestazione per la disoccupazione loro spettante;
- lavoratori dipendenti ed autonomi che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104);
- lavoratori dipendenti ed autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- lavoratori dipendenti addetti a lavori usuranti (articolo 1, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67);
- lavoratori che svolgono da almeno sei anni in via continuativa una delle attività di lavoro gravoso.
Quindi i requisiti fondamentali sono: aver lavorato 12 mesi prima del compimento del diciannovesimo anno di età e aver maturato 41 anni di contributi effettivi. La pensione opzione donna è una possibilità per le lavoratrici di pubblico e privato di andare in pensione in anticipo a patto di accettare un assegno calcolato interamente sul sistema contributivo.
Avvalendosi di questo beneficio le donne possono andare in pensione a 57 anni (58 se autonome) se hanno raggiunto i 35 anni di contributi, un largo anticipo considerato l’età pensionabile che si prevede per il 2018 a 67 anni. Possono aderire alla pensione Opzione donna tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, a fondi sostitutivi o esclusivi che siano in possesso di contributi alla data del 31 Dicembre 1995. L’Opzione donna sarà proroga fino al 2019, è una delle tante proposte presentate sulla normativa pensioni, si tratta di una notizia importante, in quanto le lavoratrici avrebbero tempo per maturare i requisiti richiesti fino al 2018-2019. Si spera che nel futuro venga considerata una misura strutturale. Possono beneficiare dell’APE sociale i residenti in Italia iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi nonché alla Gestione separata che, alla data di accesso al trattamento, siano in possesso dei seguenti requisiti:
- abbiano compiuto almeno 63 anni di età
- si trovino in una delle seguenti condizioni:
siano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale, ed abbiano concluso, da almeno tre mesi, di godere della prestazione per la disoccupazione loro spettante. In tutte le suddette ipotesi i soggetti richiedenti devono essere in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
Si precisa che per i lavoratori che, al termine della percezione della Naspi, abbiano beneficiato dell’assegno di disoccupazione ASDI, il diritto alla percezione dell’APE sociale potrà essere esercitato al termine della percezione dell’ASDI. L’Ape Sociale è regolata dalla circolare Inps n. 100 del 16 luglio 2017. Il beneficio per i lavoratori precoci, disciplinato dalla circolare 16 giugno 2017, n. 99, spetta, in presenza di determinati requisiti, ai lavoratori con almeno un anno di contribuzione per periodi di lavoro effettivo prima dei 19 anni.