mercoledì, Novembre 20, 2024

Peppe Servillo dal Commissario Ricciardi a un nuovo CD

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Peppe Servillo parla dei suoi ultimi impegni, dei progetti futuri e della spada di Damocle, oggi chiamata Covid, che pende sul mondo artistico e dello spettacolo.

Nato quasi per caso ad Arquata Scrivia durante il trasferimento a Novi Ligure dei genitori casertani e terzo di quattro fratelli, tra cui l’attore Toni, è l’autore, cantante e attore, Peppe Servillo a parlare dei suoi ultimi impegni, dei progetti futuri e della spada di Damocle, oggi chiamata Covid, che pende sul mondo artistico e dello spettacolo.

Classe 1960 e cresciuto a Caserta, Peppe Servillo, debuttò nel 1980 con il gruppo musicale degli “Avion Travel”, di cui è cantante e leader. Nel 2000, con la stessa formazione, ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone “Sentimento”.

Autore di apprezzati brani cantati da Fiorella Mannoia e Patty Pravo, è anche il compositore di alcune colonne sonore. Artefice nel 2005 del Concerto “Uomini in Frac” dedicato a Domenico Modugno, ha lavorato con jazzisti di grande spessore come Danilo Rea, Furio di Castri, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Gianluca Petrella, Mauro Negri, Cristiano Calcagnile, Roberto Gatto, Marco Tamburini, Mimmo Epifani e Giovanni Lindo Ferretti.

Dopo aver preso parte a diversi film di successo diretto, tra gli altri, da registi come Fabrizio Bentivoglio, Lina Wertmüller, John Turturro, Manetti Bros ed Edoardo De Angelis, nel 2018 ha fatto ritorno al Festival di Sanremo cantando con Enzo Avitabile il brano “Il coraggio di ogni giorno”. Significative e applaudite anche le sue prove in teatro accanto all’inseparabile fratello Toni Servillo.

E’ stato insieme all’ Oscar per “La grande bellezza”, che Peppe Servillo ha partecipato in palcoscenico a lavori memorabili come “La Parola Canta”, un concerto-spettacolo con i “Solis String Quartet”, dedicato alle più grandi espressioni della letteratura, della musica e del teatro partenopei e come l’emblematica commedia di Eduardo De Filippo “Le voci di dentro”.

Con il fratello Toni, Peppe ha girato i teatri di mezza Europa, giungendo addirittura al Barbican Centre di Londra. E’ di questi giorni, infine, la partecipazione del Servillo terzogenito, alla serie Tv di Rai Uno “Il Commissario Ricciardi”, ispirata agli omonimi romanzi di Maurizio De Giovanni con la regia di Alessandro D’Alatri.

Cosa ha rappresentato per lei la partecipazione alla serie Tv di Rai Uno, “Il Comissario Ricciardi?”

«L’esperienza nel “Commissario Ricciardi” nei panni del personaggio di Don Pierino, mi ha fatto ripercorrere diversamente e con immenso piacere, la scrittura di Maurizio De Giovanni, alla quale, da anni, dedico un impegno costante con la lettura dei romanzi pubblicati da Emons Edizioni. Sono stato felice di aver lavorato, con la direzione del regista D’Alatri, con Lino Guanciale e tanti altri bravi attori di provenienza teatrale».

Quali sono, Covid permettendo, i progetti in cantiere di Peppe Servillo musicista e cantante?

«Spero di tornare presto a cantare in zona bianca nel rispetto delle regole e delle restrizioni sanitarie. Prossimamente uscirà “L’anno che verrà” un progetto discografico dedicato alle canzoni di Lucio Dalla, realizzato con l’etichetta “Barvin”. Con me ci saranno il sassofonista, flautista e compositore argentino naturalizzato italiano, Javier Girotto e il pianista e compositore argentino, Natalino Mangalavite».

Come sta vivendo la pandemia e le sue conseguenze sul mondo dello spettacolo?

«Con molta difficoltà. Credo che appena possibile debbano iniziare a trattarci alla stregua di tutti quegli altri settori che hanno un pubblico, come i ristoranti, i luoghi di culto e i centri commerciali. Occorre offrire degli adeguati supporti agli attori, ai musicisti, ai tecnici e tutti i lavoratori del comparto. Bisogna ripartire in fretta, anche perchè si è già visto che possiamo lavorare con un terzo della capacità senza creare focolai o danni».

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