I numeri che certificano le difficolta’ nel portare avanti il piano sicurezza del ministro Minniti a tre mesi dal suo annuncio in Prefettura.
Tolleranza zero, c’erano queste due parole alla base del piano sicurezza del ministro Minniti in seguito agli episodi di violenza giovanile accaduti a Napoli a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Il 16 gennaio scorso, al termine dell’incontro in Prefettura, il ministro dell’Interno annuncio’ un rispetto delle regole e meno cultura giustificativa per stroncare il fenomeno delle baby gang. E per portarlo avanti, venne annunciato anche l’arrivo di 100 agenti in piu’ in citta’ (40 poliziotti, 40 carabinieri e 20 della Guardia di Finanza). Nonche’ l’assunzione di educatori di strada da aggiungere a quelli gia’ in servizio.
L’edizione odierna de ‘Il Mattino’ si e’ voluta interrogare su cosa sia accaduto da allora, in ormai quasi 3 mesi di vita del piano di tolleranza zero. “Sabato sera – si legge sul quotidiano –, a piazza Trieste e Trento, su un camion dell’Aci c’erano non meno di una ventina di motorini sequestrati. Era uno dei servizi di controllo, organizzati da Questura e polizia municipale anche per rispondere all’invito di Minniti. Tolleranza zero e da fine gennaio a fine marzo sono stati sequestrati in tutta la città 323 motorini. In 45 casi, si trattava di ragazzini che guidavano senza casco. Per gli altri 297 casi erano invece tutti motoveicoli senza l’assicurazione”.
A spiegare la tipologia dei controlli ci pensa il comandante della Polizia Municipale, Ciro Esposito. “Sono le due tipologie principali di violazioni amministrative che motivano i sequestri. Siamo organizzati con un calendario di controlli, nel corso della settimana e tenendo sempre presente le condizioni meteorologiche, su diverse zone della città”. Dopo l’aggressione di Arturo in via Foria, 4.100 minorenni sono stati identificati. E di questi 308 con meno di 14 anni. In una mappatura della citta’ che e’ senza limiti, ma con alcune zone, come, ad esempio Piazza Trieste e Trento o corso Secondigliano o ancora Fuorigrotta, in cui si guarda con particolare attenzione allo sfrecciare di un motorino.
Il problema e’ che a volte si e’ costretti soltanto a guardare. “Gli agenti municipali a piedi, non organizzati in sintonia con altre forze di polizia, non intervengono per non bloccare i motorini mettendo a rischio l’incolumità dei ragazzi. Ma anche perché, in caso di fuga, non hanno la possibilità, non avendo con loro colleghi motociclisti, di inseguire i motorini”. Spiega il comandante Esposito. Motorini che finiscono per la maggior parte nel deposito fisso di via Campegna a Fuorigrotta. E che molto raramente vengono recuperati dai proprietari, che potrebbero rientrare in possesso attraverso il pagamento di una multa. Dopo un po’ di tempo il loro destino dovrebbe essere quello di essere rottamati, ma senza una ditta che se ne occupi, come dovrebbe essere per una legge, ma che a Napoli non e’ per una serie di problemi giudiziari, il Comune e’ costretto a trovare sempre nuovi spazi ai sequestri.
A tutto cio’ va aggiunto il ritrovamento con conseguente sequestro di armi, trovate addosso ai fermati. Negli ultimi mesi sono state 31, di cui 25 coltelli. In una serie di controlli che vengono portati avanti sempre con maggiore difficolta’ a causa anche della struttura difficile di una citta’ in cui, sempre da piano di tolleranza zero, si aspetta ancora di vedere i sopracitati maestri di strada. Ma anche qui senza i soldi di un Comune che ha problemi di bilancio, tutto diventa piu’ difficile.