Si è infermieri sempre. Anche fuori dal servizio. Potrebbe cominciare cosi la storia vera, giunta a lieto fine, che ha per protagonisti un passante ultra cinquantenne e una giovane infermiera napoletana. Sabrina Pepe, infermiera in forze al reparto di Neonatologia dell’Ospedale San Paolo di Fuorigrotta, era in via Pignasecca. Era fuori servizio. Quando a circa trenta metri dall’Ospedale Vecchio Pellegrini davanti a lei un signore si accascia a terra.
“Credevo fosse inciampato – racconta Sabrina – ma poi mi sono girata e l’ho visto seduto sofferente sul gradino di un negozio, con il braccio sinistro stretto al petto. Intuisco subito cosa sta succedendo e torno indietro di corsa. Si avvicina un altro signore uscito dal negozio. Dopo pochi attimi il malcapitato perde conoscenza. Lo scuoto, ma l’assenza di respiro e il polso carotideo sono sintomi chiari”. Se il polso carotideo è assente, significa che è assente una attività cardiaca efficace. È necessario in questi casi provvedere a sostenere la circolazione in maniera artificiale per mezzo delle compressioni toraciche o massaggio cardiaco esterno, dicono i manuali di primo soccorso.
“Chiedo ad alta voce di chiamare i soccorsi – riprende il suo racconto Sabrina – intanto inizio il massaggio cardiaco. I soccorsi non arrivano, non so neanche se li hanno allertati. Il signore, nel frattempo, riprende ad avere dei piccoli movimenti spontanei e vista la vicinanza al nosocomio carichiamo l’uomo in un’auto fermata poco prima e ci rechiamo al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini. Resto fuori per un pò in attesa di notizie, ma mi dicono che è in codice rosso”. In quegli attimi Sabrina rivede l’intera scena. Riavvolge il nastro di quello che sembra un film, ma che invece è realtà e potrebbe anche trattarsi di un’amara verità. “Ritorno dopo circa un ora”.
Riprende a raccontare l’infermiera eroina: “Ho paura di ricevere una notizia infausta. E invece mi riferiscono che l’uomo ce l’ha fatta. E’ stabile. Il peggio è passato”.
Articolo pubblicato il: 29 Novembre 2024 15:35