Cronaca di Napoli: Pino Taglialatela (ex grande portiere della squadra partenopea) era già stato scagionato in primo grado dall’accusa di essere prestanome di un esponente del clan Mallardo.
Fine dell’incubo giudiziario per Pino Taglialatela, ex portiere del Calcio Napoli, assolto dalla seconda sezione della Corte di Appello di Napoli dall’accusa di essere un prestanome di un esponente del clan Mallardo.
Taglialatela, che ha militato nella squadra azzurra per sette anni tra il 1990 e il 1999 (con in mezzo i prestiti a Palermo e Bari, tornato dai quali è diventato idolo della tifoseria partenopea, che lo soprannominò Batman), già in primo grado era stato scagionato dall’accusa mossa dalla Dda di intestazione fittizia di alcuni autoveicoli e di associazione di stampo mafioso. La Procura Antimafia, però, presentò ricorso. Ieri pomeriggio, infine, i giudici di secondo grado hanno messo fine alla vicenda.
Ad accusarlo era stata la pm Maria Cristina Ribera, che aveva chiesto per lui 14 anni di carcere. Nel 2012 era stato iscritto nel registro degli indagati per una inchiesta che aveva portato in carcere cinque esponenti del clan Mallardo di Giugliano.
Pino Taglialatela è stato difeso in entrambi i gradi di giudizio dai penalisti Luca Capasso e Monica Marolo: “Siamo soddisfatti – ha commentato l’avvocato Capasso – l’esito è stato quello che ci aspettavamo. Anche Pino è soddisfatto e in questo momento sta festeggiando. L’assoluzione ha messo la parola fine a una brutta vicenda che ha prodotto forti ripercussioni sulla sua vita, anche lavorativa, con la perdita di una serie di contatti”.