Due giorni fa ci sono stati tre arresti nel clan Licciardi, operativo nella zona di Miano, quartiere a Nord di Napoli. Come riporta “Il Mattino”, gli arresti sono nati dalle denunce dei vertici del gruppo Conad, che hanno detto no alle richieste di pizzo in vista dell’apertura di un market nei locali del centro commerciale La birreria (sito nei locali dell’ex birreria Peroni).
Le indagini del pool anticamorra hanno portato agli arresti di Renato Esposito e Pietro Izzo (mentre Antonio Arena finisce ai domiciliari), ritenuti responsabili di aver intimidito uno dei titolari della catena organizzativa.
Ai pm ha l’uomo spiegato: “Ho visto che mi conoscevano, sapevano tutto di me, non capivo chi fossero. Poi, mi hanno detto il loro nome, sono andato su Google e cliccato uno dei nomi che avevo appreso. E ho capito che c’erano sul suo conto indagini per presunti legami con il clan Licciardi. Oggi sono terrorizzato, ho detto alla mia azienda che non voglio più lavorare su questo territorio”. Tuttavia, dai vertici aziendali è arrivata una sola indicazione: “Guai a trattare, non trattiamo con nessuno, ora bisogna denunciare”.
Mentre gli indagati si dicono pronti a respingere le accuse, alcuni collaboratori di giustizia fanno riferimento al pressing estorsivo risalente nel tempo per la bonifica dei locali dell’ex birreria Peroni. Spiega il pentito Mariano Torre, a proposito di un summit tra Licciardi e Lo Russo: “Si parlò di un investimento di 60 milioni di euro, c’era da guadagnare un bel po’ di soldi, si doveva dividere anche con quelli della Vinella Grassi”. Le parti offese hanno inoltre ricordato azioni di disturbo che iniziavano in autostrada, con furti mirati della merce destinata al nuovo punto commerciale.
Articolo pubblicato il: 18 Dicembre 2019 11:25