Autocertificazione vaccini ed è subito polemica: l’Osservatorio antiplagio sostiene che il personale ATA non sarà in grado di controllare l’autocertificazione delle famiglie, mentre FIMMG e FIMMP esprimono stupore e disappunto per essere state escluse.
Non un certificato della Asl che attesti l’avvenuta vaccinazione, ma un documento di autocertificazione vaccini: basterà questo per consentire l’iscrizione a scuola dei bambini per l’anno scolastico 2018-19. Questa la novità presentata dal ministro della Salute Giulia Grillo e dal collega del Miur, Marco Bussetti. Ed è subito polemica. Perché?
Ce lo spiega Giovanni Panunzio, coordinatore nazionale dell’Osservatorio Antiplagio.
Secondo Pannunzio “il provvedimento ministeriale è deficitario se si considera che l’autocertificazione diventa, di fatto, un lasciapassare anche per i bambini e i ragazzi non vaccinati, vista la difficoltà dei controlli.”
Ma chi dovrebbe controllare?
La responsabilità dei controlli cadrebbe sul personale ATA.
In pratica gli istituti, per ogni autocertificazione ricevuta, dovranno rivolgersi alla Asl di competenza per sapere se ciò che è stato dichiarato dalle famiglie corrisponde a verità.
“È un lavoro che – afferma l’Osservatorio antiplagio – le scuole non possono svolgere, perché il personale in dotazione non è assolutamente sufficiente, neanche per l’attività prettamente didattica: la lunghezza delle pratiche vaccinali, dunque, potrebbe rallentare le iscrizioni e compromettere l’avvio del nuovo anno scolastico. È da tenere presente, però, che la surroga dei certificati di vaccinazione con l’autocertificazione per l’iscrizione dei figli a scuola, decisa dal Ministero della Salute, non dispensa le famiglie dal dire il vero. Nel caso di affermazioni false, infatti, la dichiarazione sostitutiva è priva di valore, i benefici decadono e i genitori vengono denunciati all’autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 495 del codice penale, che prevede la reclusione fino a 3 anni”.
La sicurezza dei minori a scuola va garantita. Le vaccinazioni sono un caposaldo dell’igiene pubblica nella società moderna.
Come sostiene l’ex ministro Lorenzin, “questa autocertificazione è un finto escamotage che non semplifica la vita ai genitori né tantomeno permette ai no vax di aggirare la legge. Se un bambino non è vaccinato non può andare all’asilo, così come rimane la multa nella scuola dell’obbligo. Se un genitore fa un certificato falso commette un reato. Dal punto di vista formale l’autocertificazione può essere un elemento di semplificazione, ma in realtà non lo è, in particolare per i tanti genitori che vogliono essere certi che i figli stiano alla scuola dell’infanzia in un contesto sicuro. Se un bambino non vaccinabile si ammala e ha delle conseguenze cliniche di chi è la responsabilità: dei genitori che hanno dichiarato il falso o della scuola che non ha garantito classi sicure? Anche se sono previsti controlli a campione, non basta. Serve un’assunzione di responsabilità certa, primo fra tutti da parte del Ministero della Salute”.
Intanto, FIMMG e FIMMP esprimono stupore e disappunto per essere state escluse dal panel degli esperti chiamato ad affrontare il problema nei prossimi mesi, paventando la possibilità che i bambini immunocompromessi possano essere ghettizzati o addirittura esclusi dalla scuola, a fronte di un rischio reale di contrarre malattie che per loro potrebbero essere anche mortali.