domenica, Dicembre 22, 2024

Pomigliano, direttore Tiberina in fabbrica: “Napoli e i napoletani da bruciare”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Pomigliano: sul display della fabbrica è comparsa la frase razzista “Napoli e i napoletani da bruciare”. Il direttore dello stabilimento: “Volevo spronare gli operai a essere più ordinati”.

Polemiche a Pomigliano d’Arco dopo che il direttore della Tiberina, azienda dell’indotto Fiat, ha fatto comparire sul display dedicato alle comunicazioni istituzionali in fabbrica la frase “Bisogna bruciare tutto: Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti, perché i napoletani sono un rifiuto del mondo”.

Come riportato da “Il Mattino”, Dario Liccardo (originario di Napoli ma residente a Latina) si è giustificato dicendo che era una provocazione, un modo di “spronare” i dipendenti. Sotto, a onore del vero, c’era scritto “io non ci sto”, in lettere maiuscole e “bisogna reagire”. Il direttore ha inoltre ammesso di aver preso la frase dai social e di averla visualizzata sul display informativo per spronare i dipendenti a essere più ordinati, puliti ed efficienti. Liccardo ha dunque respinto le accuse di razzismo, sostenendo con forza che la sua iniziativa è stata causata da “vari episodi” di distrazione sul lavoro e degrado.

Tuttavia, tale strategia motivazionale è stata giudicata inaccettabile dai sindacati, che hanno chiesto il licenziamento del dirigente e fermato la catena di montaggio per una notte.

I fatti risalgono a dieci giorni fa, ma tutto si è saputo in questi giorni, dopo che la foto con il display è diventata virale sul web. La Tiberina è molto attiva sui social, con gruppi di lavoratori che pubblicizzano le attività e i successi della fabbrica. Tuttavia tale iniziativa “motivazionale” ha fornito alla Fiom l’occasione per ricordare che nella fabbrica non c’è l’aria condizionata e che la frase razzista è apparsa proprio dopo lo sciopero dei lavoratori di un’ora, fatto per protestare contro la difficile situazione ambientale.

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