Polemiche a Pomigliano d’Arco dopo che il direttore della Tiberina, azienda dell’indotto Fiat, ha fatto comparire sul display dedicato alle comunicazioni istituzionali in fabbrica la frase “Bisogna bruciare tutto: Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti, perché i napoletani sono un rifiuto del mondo”.
Come riportato da “Il Mattino”, Dario Liccardo (originario di Napoli ma residente a Latina) si è giustificato dicendo che era una provocazione, un modo di “spronare” i dipendenti. Sotto, a onore del vero, c’era scritto “io non ci sto”, in lettere maiuscole e “bisogna reagire”. Il direttore ha inoltre ammesso di aver preso la frase dai social e di averla visualizzata sul display informativo per spronare i dipendenti a essere più ordinati, puliti ed efficienti. Liccardo ha dunque respinto le accuse di razzismo, sostenendo con forza che la sua iniziativa è stata causata da “vari episodi” di distrazione sul lavoro e degrado.
Tuttavia, tale strategia motivazionale è stata giudicata inaccettabile dai sindacati, che hanno chiesto il licenziamento del dirigente e fermato la catena di montaggio per una notte.
I fatti risalgono a dieci giorni fa, ma tutto si è saputo in questi giorni, dopo che la foto con il display è diventata virale sul web. La Tiberina è molto attiva sui social, con gruppi di lavoratori che pubblicizzano le attività e i successi della fabbrica. Tuttavia tale iniziativa “motivazionale” ha fornito alla Fiom l’occasione per ricordare che nella fabbrica non c’è l’aria condizionata e che la frase razzista è apparsa proprio dopo lo sciopero dei lavoratori di un’ora, fatto per protestare contro la difficile situazione ambientale.
Articolo pubblicato il: 12 Luglio 2019 18:16