Cronaca di Napoli: le dichiarazioni del pentito Vincenzo Scotti hanno portato alla luce il piano del clan D’Amico per uccidere il ras di Ponticelli.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Scotti hanno permesso di ricostruire la storia, i personaggi e gli affari del clan D’Amico, il gruppo responsabile dell’omicidio di Luigi Mignano davanti alla scuola Vittorino da Feltre di Napoli (quartiere San Giovanni a Teduccio) dello scorso 9 aprile.
Come riportato da “Internapoli”, i racconti di Scotti hanno permesso agli inquirenti di venire a conoscenza anche del piano che prevedeva l’agguato ai danni di Michele Minichini, il ras del lotto 0 di Ponticelli (soprannominato “‘a tigre”) e uomo di assoluta fiducia del boss Ciro Rinaldi (detto “my Way”).
Il racconto è contenuto nel decreto di fermo che un mese fa diede il là a sette arresti: “Salvatore D’Amico mi mandò a chiamare e mi disse che mi dovevo mettere dove sta la residenziale dove sta la pompa di benzina tra San Giovanni e Barra. Stavano costruendo delle palazzine. Mi sono messo lì e sono arrivati Salvatore ‘o blindato e mio genero. Mio genero mi disse che erano andati a sparare a Minichini Michele. Il mio compito era di buttare la macchina, una Fiat Punto bianca, che io ho buttato proprio lì a circa 20 metri dopo la curva. Salvatore D’Amico mi aveva detto di aspettare in quel posto dove sarebbe arrivato Salvatore ‘o blindato e mi avrebbe detto cosa fare…ho saputo solo dopo da mio genero cosa avevano fatto”.