martedì, Novembre 19, 2024

Posillipo, chiazze marroni nelle acque: individuati gli scarichi abusivi

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Posillipo: i residenti hanno denunciato la presenza di scarichi abusivi in mare. Lontanissime le immagini delle acque limpide durante il lockdown.

Nei giorni scorsi, i residenti hanno denunciato la presenza di chiazze di colore marrone nelle acque del mare di Posillipo, uno dei quartieri più famosi di Napoli. L’ennesimo caso di inquinamento di un mare che dovrebbe essere un punto di forza, ma che invece viene troppe volte schiaffeggiato da scarichi abusivi.

Come riporta “Il Mattino”, la zona degli scarichi abusivi è stata individuata tra la spiaggia libera delle Monache e la parte iniziale di Riva Fiorita dalle Guardie Ambientali dell’Ante e dell’Ange, volontari convenzionati con la I Municipalità.

Come accaduto anche in altre parti della Campania (basti pensare al Litorale domitio o al fiume Sarno, solo per fare qualche esempio), sono ormai lontanissime le immagini delle acque cristalline ammirate durante il lungo lockdown.

Sulle chiazze trovate nelle acque di Posillipo è intervenuta l’Arpac, con dei rilievi in tutta la zona: i risultati arriveranno entro una settimana. Inoltre, a quest’emergenza ha contribuito anche la rottura di una fogna a valle di Parco Ruffo nei giorni scorsi, con l’Abc che è intervenuta realizzando un impianto di pompaggio provvisorio per evitare sversamenti in mare.

Senza dimenticare che da qualche giorno a Marechiaro galleggia una barca sfondata. Visto che è abbandonata, la usano i ragazzini per fare tuffi e sfuggire agli assembramenti degli scogli e della spiaggia libera: “Un pericolo – dicono Francesco Emilio Borrelli e Gianni Caselli, consigliere regionale e consigliere municipale dei Verdi – Inquina e ne chiediamo l’immediata rimozione alla Capitaneria di Porto”.

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