Poste Italiane: l’azienda ha deciso di non rinnovare i contratti di 8mila postini (che fanno appello al ministro del Lavoro).
I vertici di Poste Italiane hanno deciso di non rinnovare nel prossimo autunno i contratti di circa 8mila postini, che attualmente lavorano a tempo determinato in tutte le città italiane. Come riporta “Il desk”, il provvedimento riguarderebbe quei lavoratori che, avendo superato i 12 mesi lavorativi e non avendo superato le 4 proroghe, dovrebbero essere obbligatoriamente assunti a tempo indeterminato. “Quindi – evidenzia una lavoratrice – i vertici aziendali hanno deciso di sostituire gli attuali precari, assumendo nuovo personale con contratti massimo di 3 mesi per poi arrivare a 10 e mandare anch’essi a casa per continuare a legittimare il precariato”. Inoltre, “i nuovi assunti devono firmare un contratto contenente una clausola che permette di entrare in una graduatoria a tempo indeterminato, cosa che tutti aspettano dal 2002 e che fino ad oggi non e stata fatta”. Attualmente circa 30mila lavoratori delle Poste attendono l’assunzione con contratto a tempo indeterminato e dopo settembre diventeranno circa 40mila. Se da un lato non vi sono state per loro iniziative dei sindacati (almeno per il momento), dall’altro i postini hanno deciso di costituire comitati di lotta e di contattare avvocati giuslavoristi. Tale tensione si manifesta proprio a ridosso delle giornate in cui sarà esaminato in Parlamento il decreto Dignità, che ha come obiettivo proprio quello di sconfiggere la precarietà. Alcuni mesi fa c’è stato un incontro tra esponenti del M5S e i lavoratori, mentre molti precari hanno scritto al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per esprimere al vicepremier la loro difficile situazione.