“Quartetto Artemis”, nuovo concerto per l’Associazione Scarlatti

Eccezionalmente, martedì 12 marzo 2019 (invece del consueto giovedì) alle ore 20.30 al Teatro Sannazaro, ritorna il prestigioso Quartetto Artemis che ormai da anni è ospite delle stagioni dell’Associazione Scarlatti.

Una delle più importanti formazione da camera, torna a Napoli per la prima volta dopo la prematura scomparsa del suo storico violista Friedemann Weigle. Oggi infatti la formazione è costituita da Vineta Sareika e Anthea Kreston (violini), da Gregor Sigl (viola) ed Eckart Runge (violoncello), ma da giugno il quartetto cambierà ancora una volta, formazione.

La Frankfuter Allgemeine Zeitung ha detto: “ci sono molti buoni quartetti d’archi nel mondo e tuttavia gli Artemis sono oggi ‘i migliori’ fra i migliori. La motivazione: la loro interpretazione offre, da Beethoven a Ligeti, il non plus ultra di suono, struttura e chiarezza.”

Queste lodi  trovano una valida motivazione in una recente intervista al violoncellista Runge: “Il quartetto d’archi è la formazione ideale del 21° secolo, – dice –  capace di dare alla gente la possibilità di pensare e allo stesso tempo di provare emozioni, una forma moderna insomma… Da questa idea deriva la varietà del nostro repertorio.”

Questo prestigioso quartetto d’archi, che prende il nome fiero della dea della caccia (Artemide), si è formato a Lubecca nel 1989 e si è imposto fin dall’inizio all’attenzione internazionale di un pubblico attento e preparato, per la bellezza del suono e l’entusiasmo luminoso delle loro interpretazioni. Il Quartetto Artemis inoltre ha avuto per mentori e guide i Quartetti Emerson, Juilliard e Alban Berg.

Vincitore del Premio Paolo Borciani (1997) e del Premio Accademia Musicale Chigiana di Siena (2004), ha ottenuto anche un importante riconoscimento dalla Fondazione della Beethoven Haus per le sue eccellenti interpretazioni Beethoveniane.

Applaudito in tutte le più importanti sale da concerto e festival di Europa, Stati Uniti, Giappone, America, tiene un proprio ciclo di concerti nella Kammermusiksaal della Philharmonie di Berlino, dove ha la sua sede concertistica, e alla Wiener Konzerthaus di Vienna assieme al Quartetto Belcea.

Collabora stabilmente con Juliane Banse, Sabine Meyer e Leif Ove Andsnes, e ha al suo attivo una significativa attività discografica. Frequenti sono le sue incursioni anche nella musica contemporanea, testimoniate dall’impegno in prime esecuzioni mondiali di lavori di Jörg Widmann e Thomas Larcher, e dalla creazione di un concorso di composizione.

Dal 2005 il Quartetto Artemis incide in esclusiva per Virgin, oggi Erato. I loro CD hanno vinto più volte il Premio della critica discografica tedesca, il Gramophone Award, il Diapason d’or, l’ECHO Klassik.

Nel 2011 l’integrale del Quartetti di Beethoven è stato premiato con il Gradn Prix de l’Académie Charles Cros. Tra i loro prossimi impegni discografici, è in programma un CD dedicato a Shostakovich. Eckart Runge suona un violoncello dei Fratelli Amati (Cremona, 1595), mentre Anthea Kreston suona un violino di Carlo Antonio Testore del 1710 ca.

Entrambi gli strumenti sono generosamente concessi in prestito dalla Merito String Instruments Trust Vienna. Tutti membri del Quartetto Artemis insegnano all’Università delle Arti di Berlino e alla Chapelle Musicale Reine Elisabeth di Bruxelles.

Il ricco e coinvolgente programma della serata rispecchia questa particolare versatilità del quartetto, che accompagna la carriera del gruppo fin dal loro esordio, accostando al classico Schubert de “La Morte e la fanciulla” il novecento del celebre Adagio di Samuel Baber e del  Quartetto n. 2 di Britten.

Certamente uno dei brani più noti del compositore statunitense, il suo adagio per archi fu eseguito per la prima volta nel 1938 e fu lo stesso Barber ad arrangiarlo dal suo Quartetto per archi, op. 11.

Senza dubbio uno dei più grandi compositori britannici del Novecento, Britten ha contribuito a dare un volto nuovo alla musica moderna e contemporanea, componendo pagine immortali di grande musica, come il Peter Grimes ma anche la celebre “Guida” per il direttore d’orchestra, basata su un tema centrale tratto da una melodia dall’Abdelazar di Henry Purcell. E fu proprio in occasione del 250.mo anniversario della morte di questo celebre compositore, che fu eseguito il Quartetto per archi No. 2 in do maggiore, op. 36, che si conclude con una vivace ciaccona.

Scritto da Schubert nel 1824, il Quartetto per archi n. 14 in re minore D810, è senza dubbio uno dei lavori cameristici più noti del compositore viennese, celebre soprattutto perché conosciuto anche con l’appellativo “La morte e la fanciulla”, il cui celeberrimo tema del secondo movimento, è tratto proprio da un Lied, scritto nel 1817, che reca tale denominazione.

Questo quartetto rientra in quelle geniali composizioni appartenenti all’ultimo periodo schubertiano, quando la sua vena artistica aveva già raggiunto vette altissime di grande creatività musicale, lasciandoci capolavori immortali.

Programma

  • Samuel Barber (1910 – 1981)
  • Adagio per quartetto d’archi n. 1 op. 11         
  • Benjamin  Britten (1913 – 1976)
  • Quartetto n. 2 in do op. 36
  • Franz  Schubert (1797 – 1828)
  • Quartetto in re minore  D. 810 “la morte e la fanciulla”           
  • Quartetto Artemis

Vineta Sareika,  violino
Anthea Kreston,  violino
Gregor Sigl, viola
Eckart Runge, violoncello

Articolo pubblicato il: 10 Marzo 2019 9:00

Carlo Farina

Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.