Ed alla fine il giorno di Real Madrid Napoli è arrivato. Domani si fermeranno parole e sogni: la realtà, il campo e le emozioni dei 90 minuti faranno diventare tutto un ricordo racchiuso nel battito del cuore di ogni tifoso partenopeo.
di Gianmarco Giugliano – Sì, partenopeo! Perché il Real è abituato a queste partite: molti tifosi madrileni andranno per lo “sfizio” di vedere il Napoli per la prima volta (30 anni fa, nell’unico precedente, si giocò a porte chiuse) e per accompagnare la squadra ai quarti di finale, obiettivo minimo per il blasone degli spagnoli. Sono i campioni d’Europa, i campioni del mondo in carica, i primi del campionato spagnolo: di cosa dovrebbero avere paura? Paura no, ma rispetto sì, ed anche tanto: non si arriva a vestire la maglia dei “blancos” se non hai nel DNA il rispetto dell’avversario e la consapevolezza che dovrai dare il massimo. Perché loro sono il Real: il Real Madrid.
E non so cosa proveranno i tifosi madrileni quando si accorgeranno che attorno a loro, in qualsiasi settore del campo, ci sarà qualche tifoso del Napoli. Forse se ne accorgeranno al momento dell’inno della Champions, al momento dell’urlo che ha reso il San Paolo famoso in tutto il mondo: in quel momento si gireranno e capiranno che attorno a loro non ci sono semplici tifosi ma un popolo, il popolo napoletano.
Madrid conosce Napoli e Napoli Madrid; i madrileni un po’ meno i napoletani, anzi per niente . La storia ha unito le due città per oltre un secolo (il diciottesimo) legando i destini del Regno di Spagna e di quello delle Due Sicilie attraverso il nome dei Borbone (casata spagnola) ed in particolar modo di Carlo. Nel 1735 Carlo di Borbone divenne re del Regno delle Due Sicilie facendo diventare Napoli una capitale, seconda solo a Parigi e Londra. Tanti i primati del Regno delle Due Sicilie in quel periodo e Carlo ne fu uno dei principali artefici. Fino al 1759, anno in cui il sovrano fu chiamato a Madrid per diventare Re di Spagna: Carlo III di Spagna. Anche come Re spagnolo si distinse per una politica di riforme importanti a tal punto da concedergli il soprannome di “monarca illuminato”.
Questa è storia anche se i libri scritti per esaltare l’unità d’Italia poco parlano, se non addirittura tralasciano, un periodo bellissimo della nostra penisola ed in particolare di Napoli. Lo stemma del Regno delle Due Sicilie ricorda fortemente lo stemma della bandiera spagnola e, data la storia, non potrebbe essere altrimenti.
Ma siamo nel 2017 e di quelle città c’è ben poco: Madrid è rimasta capitale e nel gioco sportivo più amato al mondo, è una stella brillantissima; Napoli, invece, è stata violentata e umiliata, fino a far dimenticare, con un lavaggio del cervello generazionale, la grandezza del periodo settecentesco; nel gioco più amato al mondo, è stata una cometa resa luminosissima dal più grande giocatore di tutti i tempi: Diego Maradona… ma mai una stella.
Se per i madrileni sarà solo un ottavo di finale, per i napoletani sarà molto di più: sarà LA partita, quella attesa per oltre trent’anni, da quel sedicesimo di finale del 1987. Era il Napoli di Maradona, Bagni, Careca, Ferrara: ci si aspettava molto da quella Coppa dei Campioni ed invece il sorteggio fu amarissimo: al primo turno, sedicesimi di finale, subito il Real Madrid. 2-0 al Santiago Bernabeu (partita giocata a porte chiuse) ed 1-1 al San Paolo. A Fuorigrotta si giocò uno dei primi tempi più intensi della storia calcistica del Napoli: il San Paolo esplose al vantaggio di Francini ma dovette riporre tutti i sogni nel cassetto allo scadere della prima frazione al pareggio di Butragueno.
Non aveva grande esperienza internazionale quel Napoli… così come quello di adesso.
Ma al tifoso non interessa: non interessano gli avversari campioni del mondo, non interessa la “paura” del Santiago Bernabeu, non interessa di avere contro il pallone d’oro Cristiano Ronaldo, non interessa la storia e neppure chi fosse Butragueno. Al tifoso napoletano interessa vedere la propria squadra scendere in quell’arena e sentirsi finalmente orgoglioso della propria città. Il Napoli, per i napoletani, è come un giocattolo per i bambini: non deve essere toccato, trattato male o addirittura tolto. È il nostro giocattolo: lasciatecelo stare!
Per quel giocattolo, domani, ci saranno oltre diecimila napoletani a Madrid, in ogni settore dello stadio, in ogni spazio lasciato libero e riempito con la velocità di un lampo. Già circolano immagini sui social di tifosi sotto lo stadio o in giro per Madrid: “juoca o’ Napule: lassatece stà!!!”.
E chissà quanti cercheranno di entrare all’hotel Mirasierra dove alloggerà il Napoli e dove, udite udite, ci sarà anche sua maestà, il re del calcio, Diego Maradona. Diego ed il Napoli, Diego ancora col Napoli: un sogno che si avvera per i tifosi e per rendere ancora più emozionante la sfida di domani. Ed allora, lasciateci sognare per una notte. Lasciateci immaginare che il piccolo Davide possa sconfiggere Golia; che un popolo possa sentirsi per una notte di nuovo protagonista in Europa e che possa giocare alla pari dei campioni in maglia bianca. Lasciateci sognare, perché per noi quella maglia è appartenenza ed identità e chiunque la indossi, se la rispetta, diventa un nostro eroe. Lasciateci sognare ed essere napoletani: non chiediamo altro e se non lo capite, peccato, mi dispiace per voi: non sapete cosa vi perdete…
Madrid, 15 febbraio 2017 ore 20,45: per il Napoli, comunque vada, si scriverà un pezzo di storia. In campo, tra gli azzurri, due ex: Albiol (81 presenze con i blancos) e Callejon (55 presenze e 8 gol con il Real). Il Real Madrid sarà guidato in panchina da Zidane, vecchia conoscenza del calcio italiano: contro il Napoli non ha mai perso (3 vittorie e 3 pareggi con due reti realizzate), mentre dovrebbe partire dalla panchina Alvaro Morata il quale, nella Juventus, contro il Napoli, ha giocato 4 volte vincendone 3 e perdendone 1 senza mai segnare.
Parte il conto alla rovescia, l’attesa sta per terminare: forse tremeranno le gambe agli undici che vestiranno la nostra maglia mentre raggiungeranno il centro del campo. Vi chiedo una sola cosa: ascoltate l’urlo dei tifosi durante la “canzoncina”, fatelo diventare sangue nelle vene, onorate la nostra maglia, sudate e coprite ogni centimetro di quel prato: se solo potessimo farvi sentire il nostro amore, capireste cosa significa per noi quella maglia e quanto è grande l’amore per la nostra città…
Fozzzzza Napoli: non ho altro modo per chiudere questo articolo… FOZZZZZA NAPOLI!!!