In attesa che il Parlamento faccia diventare legge il “decretone” contenente reddito di cittadinanza e Quota 100, il Governo M5S-Lega è al lavoro per contenere il “boom” dei cambi di residenza, allo scopo di fermare i “furbetti” che vorranno usufruire del reddito.
In questi giorni, infatti, c’è stato un vero e proprio “assalto” agli uffici anagrafe di numerosi Comuni, anche da parte di chi cerca di sfruttare l’escamotage del cambio di residenza per sfoltire gli stati di famiglia ed accaparrarsi il reddito (prassi accaduta anche in grandi città come Napoli): da ricordare che le domande per il sussidio potranno essere presentate da mercoledì 6 marzo.
Per chi rilascia dichiarazioni mendaci ci sarà l’esclusione per 5 anni dall’accesso al reddito. Sono previsti anche servizi sociali da svolgere per chi accede alle misure: con l’accordo del Comune e del beneficiario del reddito si può passare da 8 a 16 ore.
Ma non c’è stato solo il “boom” di cambi di residenza al centro del vertice. C’è infatti stato anche il via libera a un emendamento della Lega contro i furbetti del divorzio.
La proposta prevede che “se la separazione o il divorzio è avvenuta successivamente alla data del 1 settembre 2018“, per poter ottenere il reddito di cittadinanza “il cambio di residenza deve essere certificato da apposito verbale della polizia locale“.
La commissione Lavoro del Senato ha inoltre approvato un altro emendamento della Lega al “decretone”, che per quanto riguarda gli extracomunitari vincola l’accesso alla presentazione di certificazione di reddito e patrimonio e del nucleo familiare rilasciata dallo Stato di provenienza.
Dunque, come riporta “Il Mattino”, per gli extracomunitari serve il timbro del consolato. Esentati da tale emendamento i rifugiati politici e chi proviene da Paesi dai quali non è possibile ottenere la certificazione. Il ministero del Lavoro avrà però tre mesi per stilare la lista di questi Paesi.
Articolo pubblicato il: 20 Febbraio 2019 10:25