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Matteo Renzi si dimette: “No a inciuci e no a segretari calati dall’alto”

Dopo il crollo elettorale il segretario del Pd Renzi si dimette e chiede non un reggente “scelto dal caminetto” ma un candidato uscito dalle primarie.

Matteo Renzi si dimette da segretario Pd, ma resta in carica fino alla formazione del nuovo governo. «Abbiamo riconosciuto con chiarezza la sconfitta. Dobbiamo aprire una pagina nuova», dice aprendo il suo discorso al Nazareno. «No a inciuci e no a segretari calati dall’alto». «Come previsto dallo Statuto ho già chiesto al presidente del Pd Orfini di convocare un’assemblea nazionale per aprire la fase congressuale al termine dell’insediamento del Parlamento e della formazione del governo».

«Siamo orgogliosi dello straordinario lavoro di questi anni ma la debacle è evidente. L’Italia ha una situazione politica per cui chi ha vinto non ha i numeri per governare. Una situazione che nasce dalla vicenda referendaria di un anno fa», continua renzi che quindi riprende i 5Stelle: «La più grande bugia è “non faremo mai accordi”. Mostrino il loro valore se ne sono capaci. Il nostro errore principale è stato non capire che bisognava votare in una delle due finestre del 2017, con la Francia o con la Germania. In questa campagna siamo stati troppo tecnici. Se a questo sommiamo il vento estremista che siamo riusciti a fermare nel 2014 ma non stavolta comprendiamo come il risultato sia deludente».

«Il simbolo di questa campagna è il contrasto nel collegio di Pesaro: il centrosinistra ha candidato un ministro che ha fatto un lavoro straordinario con il problema dei migranti, ovvero Marco Minniti. Eppure Cecconi, il candidato M5S impresentabile per definizione degli stessi 5Stelle, ha vinto. E’ ovvio che io lasci la segreteria Pd. Non c’è nessuna fuga. Terminata la fase dell’insediamento del Parlamento e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta».

Ma attenzione: «Non ci sarà un reggente scelto dal caminetto ma un segretario eletto dalle primarie», dice Renzi. «Ora si riparte dal basso – continua -. Dal territorio. Non solo le periferie geografiche, ma anche quelle della quotidianità». Quindi precisa «No inciuci, no ai caminetti ristretti di chi immagina il Pd come luogo di confronto dei soli gruppi dirigenti, no a ogni forma di estremismo».

«Restituiamo le chiavi di una casa in ordine e tenuta bene – conclude Renzi -. Il Pil è aumentato, l’export è migliorato, sono aumentati i posti di lavoro. Siamo orgogliosi dei risultati e siccome vogliamo bene all’Italia speriamo che quelli che sembrano pronti a prendere le redini del paese facciano meglio di noi. Noi saremo una opposizione leale.

Società aperta contro società chiusa, verità contro fake news, diritti contro intolleranze, lavoro contro sussidi, giustizia fiscale contro flat tax, cultura contro il fai da te. Sono solo alcune ragioni per cui non potremmo mai fare un governo con forze antisistema».

Articolo pubblicato il: 6 Marzo 2018 9:00

Redazione

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