La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta su presunti abusi riguardo la gestione pubblica del ciclo dei rifiuti in Campania. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, tutti gli aspetti riguardanti i rifiuti: dalla raccolta al conferimento negli impianti di stoccaggio, dalle discariche abusive alle isole ecologiche, per finire al trasferimento di rifiuti all’estero (il cui prezzo per tonnellata è improvvisamente schizzato a 180 euro, 30 euro in più rispetto al recente passato).
Ad annunciare l’inchiesta è stato il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, con cui collabora l’aggiunto Luigi Frunzio, che coordina le indagini anticamorra nell’area dei Casalesi. Ed è nel proprio Casertano che si concentra il grosso delle perquisizioni disposte dalla Dda ed effettuate dai Carabinieri del Noe, che hanno dato il via ad una serie di verifiche sugli appalti, con acquisizioni di carte e vari sopralluoghi anche in uffici di funzionari pubblici e alcuni sindaci, come nel caso del primo cittadino di Caserta, Carlo Marino: quest’ultimo (di cui è stato perquisito anche lo studio legale) ha smentito di essere indagato.
Sono decine gli appalti finiti sotto inchiesta, una ventina gli indagati, tra cui amministratori locali, funzionari tecnici, manager e consulenti. Tali procedimenti riguardano anche le società “in house” della Regione (Campania Ambiente e Servizi spa) e la Sapna, riferimento per la Città Metropolitana di Napoli (che si occupa della spedizione dei rifiuti anche all’estero).
Come riporta “Il Mattino”, i pm puntano l’indice su presunti “traffici organizzati di rifiuti, realizzati nel quadro di una vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche deputate alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania e, in particolare, alla gestione degli appalti dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento affidata alle cure di amministrazioni comunali”.
Chiara la strategia investigativa: in questi anni, alcuni servizi essenziali sono stati affidati in regime di proroga sempre alle stesse aziende, grazie a procedure ritenute sospette. Riflettori puntati sulla Ecocar a Caserta, ma non solo: verifiche anche per Aversa, Cardito, Casandrino, Sant’Arpino, Recale, Casalnuovo, ma anche nel Salernitano (su questo territorio, in sinergia con Napoli, si è mossa la Procura di Salerno).
Articolo pubblicato il: 14 Novembre 2018 10:10