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Romeo Castellucci incanta e illumina il Teatro di San Carlo, con la versione scenica del Requiem di Mozart

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Grande e convincente successo per Romeo Castellucci che ieri, 16 maggio 2023, ha debuttato al Teatro di San Carlo con la versione scenica del Requiem di Mozart. Sul podio Raphaël Pichon. In scena fino al 20 maggio 2023.

In un San Carlo gremito come per le grandi occasioni, ha debuttato con grandissimo successo, ieri martedì 16 maggio 2023 alle ore 20, il Requiem in re minore KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart nella originale versione scenica firmata per regia, scene, costumi e luci da Romeo Castellucci, alla sua prima esperienza al Massino partenopeo. La prima cosa che ho sentito dire dal pubblico presente, alla fine dello spettacolo è stata: “questo spettacolo è da rivedere!”.

Pienamente d’accordo con il commento appena citato, questo spettacolo è stato accolto dal pubblico calorosamente, nonostante qualche giustificato timore dagli addetti ai lavori, vista la presenza autorevole e nello stesso tempo “particolare” di Romeo Castellucci che ha invece fatto un ottimo lavoro, attento, fine, coinvolgente e mistico.  

“Dato che la morte, a ben guardare, è la vera meta della nostra vita, già da un paio di anni sono in buoni rapporti con questa vera, ottima amica dell’uomo, così che la sua immagine non solo non ha per me più niente di terribile, ma anzi molto di tranquillizzante e consolante! Queste riflessioni di Mozart sulla vita e la morte (in una celebre lettera al padre del 1787) che sono state abilmente usate come punto di partenza per l’interpretazione che il regista ha dato dell’emblematico, celeberrimo e incompleto Requiem del compositore salisburghese. 

Espressione della paura esistenziale dell’umanità davanti alla mortalità, questo requiem ci pone davanti alla fugacità della natura e della cultura, dell’umanità e dell’individuo. “Dovremmo percepire e celebrare la fine come l’altra faccia di una festa, dove le danze continuano. Questa Missa pro defunctis viene così trasposta e il suo significato cambiato.”

Grazie alla visione teatrale di Castellucci e alla drammaturgia musicale di Raphaël Pichon, che integra l’opera con altri brani religiosi di Mozart, questo Requiem diventa la celebrazione ultima della vita. 

Romeo Castellucci incanta e illumina il Teatro di San Carlo, con la versione scenica del Requiem di Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart REQUIEM

Lo spettacolo è una coproduzione internazionale nata dalla collaborazione tra il Festival International dʼArt Lyrique dʼAix-en-Provence assieme a La Monnaie/De Munt, l’Adelaide Festival, il Theter Basel, il Wiener Festwochen e il Palau des Arts Reina Sofia di Valencia e sarà in scena al Massimo napoletano per quattro recite fino al 20 maggio. La direzione d’Orchestra è affidata dal bravo e attento Raphaël Pichon alla guida anche del Coro ospite dell’ensemble Pygmalion, di cui è anche fondatore. Nel cast vocale viglio segnalare le quattro splendide Giulia Semenzato (soprano), Sara Mingardo (mezzosoprano), Julian Prégardien(tenore), Nahuel Di Pierro (basso) e quella del giovanissimo César Badault (voce bianca). 

In scena anche il Balletto del Teatro di San Carlo diretto da Clotilde Vayer, mentre la bella e variegata coreografia è stata curata con eccellente abilità da Evelin Facchini; costume designer Silvia Costa. Romeo Castellucci nasce a Cesena nel 1960. Studia Pittura e Scenografia all’Accademia delle Belle Arti a Bologna. Nel 1981 con Claudia Castellucci e Chiara Guidi fonda la Socìetas Raffaello Sanzio. Ha diretto numerose produzioni di cui è anche autore, direttore, responsabile di scene e costumi. Dal 2011 inizia a lavorare a progetti individuali, indipendenti dalla Socìetas Raffaello Sanzio.

Le sue produzioni vengono messe in scena dai più importanti teatri, i suoi ultimi lavori includono: Sul concetto di volto nel figlio di Dio (2011), The Four Seasons Restaurant (2012), Le Sacre du Printemps di Igor Stravinsky (2014). Parsifal di Richard Wagner (2011) al Theatre de la Monnaie. Nel 2022 Romeo Castellucci con Resurrection (di Gustav Mahler) ha aperto il Festival Aix En Provence. Nel 2005 è stato direttore della sezione teatrale alla Biennale di Venezia. Ha ricevuto vari premi e onorificenze, tra cui: nel 1996, il Premio Europa Nuova Realtà Teatrale. Nel 2002, è stato nominato Chevalier des Arts et des Lettres dal Ministro della cultura francese.

Nel 2013, alla Biennale di Venezia riceve il Leone d’Oro alla carriera. Raphaël Pichon è nato nel 1984 e ha iniziato la sua formazione musicale studiando violino, pianoforte e canto, formandosi nei vari conservatori parigini (CNSMDP & CRR). Da giovane cantante professionista, viene chiamato a esibirsi sotto la direzione di personalità come Jordi Savall, e Cris de Paris di Geoffroy Jourdain, con il quale si accosta alla musica contemporanea. Nel 2006 ha fondato l’ensemble Pygmalion, coro e orchestra su strumenti d’epoca, che si è distinto rapidamente per la singolarità dei progetti.

A fianco del suo ensemble, Raphaël Pichon si esibisce in particolare alla Philharmonie di Parigi, al Castello di Versailles, alla Konzerthaus di Vienna, alla Philharmonie di Colonia, al Palau de la Musica Catalana di Barcellona, al French May di Hong-Kong e ancora al Beijing Music Festival. Sulla scena lirica Raphaël Pichon dirige differenti produzioni all’Opéra Comique di Parigi, al Festival lyrique d’Aix-en-Provence, al Teatro Bolshoi di Mosca, all’Opéra National di Bordeaux. Collabora con registi quali Katie Mitchell, Romeo Castellucci, Michel Fau, Pierre Audi, Aurélien Bory e Jetske Mijnssen. Invitato al Festival d’Aix-en-Provence nel 2018 per dirigere Il flauto magico messo in scena da Simon McBurney, torna per una creazione scenica del Requiem di Mozart allestito da Romeo Castellucci.

Romeo Castellucci incanta e illumina il Teatro di San Carlo, con la versione scenica del Requiem di Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart REQUIEM

Raphaël Pichon è Chevalier dans l’ordre des Arts & des Lettres. Il Requiem KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) è senza dubbio uno dei capolavori universali più conosciuti e misteriosi della storia della musica, dove gli aneddoti, e i racconti più o meno reali, hanno offerto tanti spunti alla creazione di leggende, ispirando  varie riduzioni cinematografiche e molte storie affascinanti, legate sia al musicista che all’uomo Mozart, un genio indiscusso che nella sua breve vita ci ha lasciato ben 626 composizioni, da vario genere musicale, come certifica il numero di catalogo Kochel delle sue opere, di cui il Requiem è l’ultima, appunto la KV 626. 

Contrariamente a quanto molti erroneamente sostengono, Wolfgang Amadeus Mozart fu una persona credente ed assai interessata alla religione. Basta leggere alcuni passi dal suo carteggio per poterne prendere atto. Infatti, in una lettera al padre del 7 marzo 1778, egli esternò alcuni pensieri di intima natura religiosa: «Io spero in Dio. Io lo prego per ciò che credo che possa essere utile per me e per tutti in ogni momento. Signore sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Noi esseri umani crediamo che ci succedano cose brutte, ma alla fine tutto si trasforma in bene. Dio alla fine sa sempre come devono andare le cose».

Tutt’altro che fatalista, questo pensiero mette a nudo l’intima credenza di Mozart. Sempre a questo proposito – qualche anno più tardi – il compositore salisburghese fece affermazioni ancora più significative: «Devo pensare che possiedo un’anima immortale – e non solo lo penso, ma lo credo anche; altrimenti che differenza ci sarebbe tra l’uomo e la bestia?» Qualche tempo dopo, il maestro salisburghese tornò sul punto esplicitando il suo pensiero sulla morte, intesa nel senso cattolico, non di fine, ma di inizio di un nuovo percorso e intesa, soprattutto, come valore sincretico: «Poiché la morte (a ben guardare) è l’ultimo, vero fine della nostra vita, da un paio di anni di mi sono tanto familiarizzato con questa migliore amica dell’uomo, che la sua immagina non ha più nulla di terrificante, ma semmai rappresenta qualcosa di tranquillizzante e consolatorio!

E ringrazio il mio Dio, di avermi concesso la fortuna e l’opportunità di riconoscere il lei la chiave della nostra vera felicità». Si tratta di frasi toccanti e profonde che – prese dal Fedone di Moses Mendelssohn – non erano state concepite per mere ragioni di circostanza, dal momento che egli le aveva inviate al padre morente e provato dalla malattia. Lui stesso compose il Requiem in condizioni precarie di salute, mentre la sua malattia si aggravava sempre più a tal punto che non gli diede la forza di terminare il lavoro. Ci pensò il suo migliore allievo Franz Xaver Sussmayr a completare la strumentazione delle Sequenza e dell’Offertorio e a comporre anche le parti restanti del Sanctus, Benedictus, Agnus Dei e Connubio.

Senza soffermarci troppo sul lavoro completato dal suo allievo, possiamo decisamente affermare che ancora oggi il mistero di questa composizione forse risiede nella musica stessa, dove l’impiego della Fuga, del Canone e di tante altre difficili tecniche contrappuntistiche, non sono altro che un’abile sintesi delle più antiche tradizioni di musica sacra. Lo spettacolo visto al San Carlo è anch’esso un’efficace sintesi di tradizione sacra, dove convogliano sapientemente tutti quegli elementi caratteristici del mistero della vita e della morte.

Le contaminazioni che hanno caratterizzato questo Requiem, nella versione scenica originale messa in scena con maestria ed eleganza, sono state perfettamente assorbite dal nucleo originale del Requiem stesso, che è stato introdotto da un Canto Gregoriano Anonimo, e seguito da un frammento del Meistermusik KV 477B.

Dopo altre sapienti contaminazioni lo spettacolo, rotto da inconcludenti applausi vista l’atmosfera mistica che si era creata, si è concluso con un altro Canto Gregoriano Anonimo In paradisum, Antifona, interpretato dal giovanissimo César Badault (voce bianca), che ha lasciato nel Teatro San Carlo, immerso in un religioso silenzio, forse quello stesso alone di mistero che continuerà a caratterizzare ancora per molto tempo questo capolavoro di Mozart.   

 Dal 16 al 20 Maggio 2023

 Wolfgang Amadeus Mozart

REQUIEM

Direttore | Raphaël Pichon 

Regia, Scene, Costumi e Luci | Romeo Castellucci 

Associate Director and Costume Designer | Silvia Costa

Dramaturg | Piersandra di Matteo

Coreografia | Evelin Facchini

Collaboratore luci | Marco Giusti

Interpreti

Soprano | Giulia Semenzato

Mezzosoprano | Sara Mingardo

Tenore | Julian Prégardien

Basso | Nahuel Di Pierro

Voce bianca | César Badault*

Ensemble Pygmalion

Orchestra e Balletto del Teatro di San Carlo

Direttore del Balletto | Clotilde Vayer

 debutto al Teatro di San Carlo
* solista del Münchner Knabenchor

Produzione del Festival International d’Art Lyrique d’Aix-en-Provence in coproduzione con La Monnaie / De Munt, Adelaide Festival, Theater Basel, Wiener Festwochen e Palau de las Arts Reina Sofia di Valencia 

Teatro di San Carlo
martedì 16 maggio 2023, ore 20:00

mercoledì 17 maggio 2023, ore 18:00

venerdì 19 maggio 2023, ore 20:00

sabato 20 maggio 2023, ore 19:00

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