In sei mesi avrebbero depredato quindici auto a Caserta, i quattro arrestati dai carabinieri a Napoli: gli orari preferiti erano quelli di apertura delle scuole.
Avrebbero rubato in sei mesi quindici auto nella città di Caserta le quattro persone arrestate dai carabinieri a Napoli e nel comune di Villaricca hinterland partenopeo, su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Per i quattro indagati, tra cui il promotore della gang Salvatore Caiazzo di 54 anni e il figlio Vincenzo Maurizio di 25, sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre ad altri due soggetti coinvolti nell’indagine, tra cui il nipote di Caiazzo, sono state notificate le misure dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Vittime dei colpi – hanno accertato gli inquirenti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – soprattutto i genitori che accompagnavano i figli a scuola, e che quindi si assentavano per alcuni minuti lasciando incustodito il proprio veicolo.
I furti – è emerso – avvenivano sempre tra le 8 e le 9.30 di mattina, appunto durante l’orario di apertura delle scuole; proprio tale sistematicità ha indirizzato le indagini dei carabinieri della compagnia di Caserta verso un gruppo di ladri professionisti, esperti nell’utilizzare dispositivi elettronici che permettevano di aprire la portiera del veicolo senza forzarla; tutte le vittime ricordavano di aver chiuso l’auto, e gli stessi carabinieri non hanno trovato alcun segno di effrazione agli sportelli. I ladri colpivano in pochi minuti, asportando dall’abitacolo delle vetture borse, effetti personali, carte di credito, bancomat, telefoni cellulari, tablet, computer portatili, documenti vari e denaro contante.
La svolta nelle indagini
Le indagini ebbero una svolta quando nel novembre 2016 fu arrestato, nei pressi della Scuola Materna Statale “Lorenzini”, il ladro Anthony Ailano, sorpreso mentre asportava una borsa dal cofano di un’auto. I carabinieri diretti dal maggiore Andrea Cinus hanno poi acquisito le immagini registrate dagli impianti di video sorveglianza degli istituiti bancari dove i ladri avrebbero effettuato dei prelievi utilizzando le tessere bancomat delle vittime; gli investigatori hanno inoltre identificato anche il ricettatore che si occupava di resettare telefoni cellulari ed apparati informatici per poi rivenderli a terzi.