A sessant’anni dallo storico debutto del Teatro Sistina di Roma, avvenuto il 15 dicembre del 1962 con Nino Manfredi, Lea Massari, Aldo Fabrizi e Bice Valori, la commedia musicale “Rugantino” di Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa, torna sulle scene napoletane ritrovando da domenica 3 al 10 aprile, il pubblico del teatro Augusteo.
Definito un musical intramontabile, lo spettacolo animato dalle musiche eterne di Armando Trovajoli, ha mantenuto nel corso degli anni una sua purezza popolaresca, fresca e familiare, nonostante sia ambientato in una Roma papalina datata 1830. In scena con la regia originale di Pietro Garinei e la supervisione di Massimo Romeo Piparo, accanto alla Rosetta impersonata da Serena Autieri, il protagonista maschile è Michele La Ginestra.
Con loro, Edy Angelillo nei panni di Eusebia e Massimo Wertmuller in quelli di Mastro Titta. Grazie al resto della compagnia, ai costumi e le scene di Giulio Coltellacci, le coreografie di Gino Landi e la collaborazione artistica di Luigi Magni, lo spettacolo anche all’Augusteo è pronto a riconfermare la sua inossidabilità. Mediante un comprensibile romanesco e con le immortali melodie di Trovajoli come Roma nun fa’ la stupida stasera, Ciumachella e Tirollallero, il lavoro propone la nota vicenda del romano Rugantino, pronto a scommettere con certi amici suoi di conquistare la bella Rosetta, maritata con il poco raccomandabile Gnecco.
Allo stesso tempo il giovane cerca di affibbiare un’ex amante di nome Eusebia, facendola passare per sua sorella, al bonario Mastro Titta, lasciato dalla moglie perché alterna l’attività di oste a quella di boia. Dopo diversi tentativi, Rugantino riesce finalmente a conquistare il cuore di Rosetta, libera per una sera dalla morsa del marito, costretto alla latitanza per un’accusa di omicidio.
Ma dalla scommessa fatta per gioco nasce un incontenibile amore vero e Rugantino, pur di apparire forte agli occhi dell’amata, si accusa falsamente dell’assassinio di Gnecco, rientrato a Roma in segreto ma atteso sotto casa da un sicario.
Serena Autieri, nei panni della protagonista Rosetta in che modo la sua anima napoletana si fonde con quella romanesca del celebre personaggio?
«Nella mia interpretazione cerco di mettere in luce la personalità di questa donna che sono andato a ricercare nel profondo. Una donna apparentemente austera che tuttavia cela diverse insicurezze. Alla fine ho costruito un personaggio dalle risposte pronte ma al tempo stesso pieno di colori, dolcezza e passione. Una Rosetta, la mia che, facendo parte di un Musical davvero unico, anche dal punto di vista canoro ha tante frecce nell’arco pronte ad essere utilizzare al momento opportuno».
Tra le Rosette del passato quale l’ha attratta di più?
«Ognuna delle attrici del passato ha dato al personaggio la sua personalità. Potrei ricordare la Rosetta di Alida Chelli popolare ma elegante con un presenza scenica prorompente e capace di fare luce sul palcoscenico ma posso affermare di avere nel cuore un pezzo di tutte le attrici che si sono cimentate negli anni in questo ruolo».
Come si può definire questo Rugantino ancora una volta pronto ad attraversare il tempo?
«Uno spettacolo di tradizione che al di là degli interventi di Romeo Piparo è naturalmente predisposto per passare di generazione in generazione. Uno spettacolo entrato a fare parte della nostra cultura. Nessuno non può non avere visto almeno una volta “Rugantino” o “Vacanze Romane”. Testimone della grandiosità di uno spettacolo eterno è la risposta del pubblico che, anche dopo il buco nero della pandemia, al Sistina di Roma sta facendo registrare continui sod out».
Rugantino e l’Augusteo quali ricordi le portano alla memoria?
«Sono tanti i ricordi che mi legano a Rugantino e all’Augusteo. Tra questi, quelli del mio ingresso al Sistina quando ancora c’erano Garinei e Giovannini e quelli della mia prova di quattro anni fa nello stesso lavoro accanto ad Enrico Montesano. Circa l’Augusteo, ritengo questo teatro come la casa napoletana di Rugantino. Dopo il Sistina è il luogo che meglio di tutti si collega a questo lavoro a partire dall’antica amicizia tra gli indimenticabili Garinei e Franco Caccavale».
Cosa può dirci del Rugantino del suo compagno di scena Michele La Ginestra?
«Michele è bravissimo ed è un attore che stimo tantissimo. Ama profondamente la commedia musicale e questo lavoro in particolare. Ecco perchè è felice di portarlo in scena trasformandolo in un momento di gioia collettiva».
Quale potrebbe essere il suo invito per il pubblico napoletano?
«Venite a vedere Rugantino per emozionarci ancora e per vivere anche con le sue immortali canzoni la gioia e la grandezza di uno spettacolo senza tempo».
Articolo pubblicato il: 3 Aprile 2022 11:49