Il Miur è stato condannato a risarcire una cifra superiore a 10mila euro (oltre che a corrispondere le differenze stipendiali) nei confronti di un 60enne salernitano, che dal 2001 ha continuato a lavorare da precario come assistente di segreteria nelle scuole provinciali.
Come riportato da “Il Mattino”, la sentenza del giudice del lavoro di Salerno Caterina Petrosino (emessa lo scorso 23 gennaio) ha stabilito che non può esserci discriminazione tra un impiegato amministrativo precario e uno di ruolo.
Secondo il giudice, è stata accertata non solo “l’illegittimità della successione dei contratti a termine” che fa scattare la condanna del Miur a risarcire circa 10 mila euro. Ma anche “la violazione del principio di non discriminazione previsto dalla clausola 4 dell’Accordo Quadro Europeo”, condannando l’amministrazione convenuta al pagamento in favore del ricorrente “delle eventuali differenze stipendiali maturate in ragione della anzianità di servizio”.
Si tratta di una sentenza importante per gli impiegati amministrativi che, negli ultimi anni, hanno lavorato nel Salernitano con contratti a termine, i quali possono richiedere il risarcimento delle mensilità arretrate e nello stesso tempo gli scatti di anzianità ai fini pensionistici.
Articolo pubblicato il: 28 Gennaio 2019 11:44