venerdì, Novembre 22, 2024

Salerno Letteratura Festival: “Non c’era mai stato” di Vladimiro Bottone

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Raffaele Francesco D'Antonio
Raffaele Francesco D'Antoniohttps://www.2anews.it
Laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Federico II nel 2017. Nel 2018 si iscrive alla Magistrale di Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica.

Salerno Letteratura Festival. Tra i protagonisti della manifestazione anche Vladimiro Bottone con il suo “Non c’era mai stato”.

Salerno Letteratura Festival: "Non c’era mai stato" di  Vladimiro Bottone

Vladimiro Bottone e “Non c’ero mai stato” (Neri Pozza), il suo ultimo romanzo, che sta incontrando il grande favore di pubblico e critica, saranno tra i protagonisti del prestigioso Salerno Letteratura Festival, alla sua ottava edizione, in programma dal 18 al 25 luglio.

L’appuntamento con Vladimiro Bottone è in calendario domenica 19 luglio, alle 21.15, al Museo Diocesano, in Largo Plebiscito, 12 (Salerno), con un evento dal titolo “L’Italia narrata. Amore, fughe, ritorni – E Napoli”.

Insieme a Bottone, ci sarà Philippe Vilain, autore di “Un mattino d’inverno” (Gremese), e la conduzione è affidata a Emilia Surmonte. Il ritorno a Napoli di un ex editor nel nuovo romanzo di Vladimiro Bottone, “Non c’ero mai stato”. La città e la sua vita hanno un’ombra misteriosa.

Nel romanzo di Philippe Vilain, “Un mattino d’inverno”, un uomo va a trovare i suoi negli States, e scompare nel nulla. L’amore per Napoli è il filo che accosta i due autori: Vilain sta per pubblicare un suo volume interamente dedicato a Napoli, Naples en 1000 couleurs.

Non c’ermo mai stato: la trama.

Salerno Letteratura Festival: "Non c’era mai stato" di  Vladimiro Bottone

Ernesto Aloja è un ex editor: ha passato l’intera vita professionale a correggere i romanzi degli altri, dopo aver rinunciato a scriverne in proprio. Da poco è tornato a Napoli, il luogo dei suoi traumi giovanili.

Ernesto ne censura il ricordo con gli psicofarmaci e frequentando, stancamente, due amanti che non gli procureranno mai fastidi. Questa routine è spezzata dall’arrivo di un dattiloscritto.

Si tratta di un romanzo chiaramente autobiografico, il racconto di esperienze disordinate e promiscue. D’istinto Ernesto si sbarazzarebbe di un testo che ha la capacità di turbarlo profondamente.

Non può evitare, però, di incontrarne l’autrice. Lena Di Nardo è una trentenne magnetica e disturbante. Una giovane donne che condivide l’esistenza precaria e senza prospettive della propria generazione.

Lena vive nell’hinterland napoletano. Tutto, quindi, congiura perché lei rimanga una predestinata a non farcela. Ernesto che ha sempre seguito la nascita di romanzi, stavolta ha l’impulso di far sbocciare una romanziera.

Hanno così inizio i loro incontri settimanali, nella casa panoramica dove l’editor abita solo. Quello di Ernesto e Lena si rivelerà, da subito, come un apprendistato reciproco: di Lena alle tecniche della scrittura, di Ernesto ad un mondo per lui inedito. Sia con le proprie pagine, sia facendosi accompagnare nelle sue scorribande notturne

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