Una plastica al pene non riuscita ha portato a giudizio diretto un medico urologo, E.G., difesa dall’avvocato Agostino De Caro. L’accusa, formulata dal sostituto procuratore Elena Guarino, e’ di negligenza e imperizia nella gestione del post operatorio di un intervento di circoncisione e plastica di un pene palmato. A rappresentare la vittima oggi 27enne e’ l’avvocato Donatella Sica.
Quando, dopo il manifestarsi di un edema penoscrotale (ovvero un rigonfiamento dello scroto) nel paziente, la dottoressa non avrebbe provveduto in tempo a revisionare la parte operata per effettuare una emostasi delle strutture vascolari beanti peri suturali. In altre parole, il medico preferi’ attendere, stando alla ricostruzione, che il gonfiore passasse da solo.
“Il paziente non andava dimesso ed andava, anzi, sottoposto a nuovo intervento chirurgico così da risolvere l’emorragia locale”. Le parole del pm, secondo cui, dopo la plastica al pene, il comportamento della dottoressa avrebbe comportato “lesioni personali gravi.
Consistenti nella necrosi dell’asta e dello scroto, determinando un indebolimento dell’organo e un suo deficit erettivo con conseguente stato depressivo ansioso”.
Articolo pubblicato il: 25 Gennaio 2018 10:57