Sebastiao Salgado, aperta al “Pan” di Napoli la mostra “Genesi”
Inaugurata al Pan la mostra del celebre fotografo Sebastiao Salgado, che sarà possibile visitare fino al 28 gennaio 2018.
di Carlo Farina– Dopo il successo delle due precedenti mostre dedicate ai due grandi fotografi Helmut Newton e Steve McCurry, il Pan ci riprova con un nuovo allestimento, proponendo questa volta uno dei lavori più noti e significativi del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado: Genesi. L’ultimo grande lavoro del più importante fotografo documentario del nostro tempo, che vuole sottolineare, con grande forza, la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, attraverso comportamenti più rispettosi verso la natura, sempre più martoriata e umiliata. Pertanto, questa mostra è un lungo viaggio alla scoperta della bellezza nei luoghi più remoti del Pianeta, durato 8 anni, durante i quali il celebre fotografo brasiliano, che attualmente vive a Parigi, ha scattato numerose immagini di grande impatto emotivo ma soprattutto denso di quel linguaggio che talvolta solo la fotografia può trasmettere. Curata da Lélia Wanick Salgado su progetto di Contrasto e Amazonas Images, la mostra è frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessoratoalla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. La mostra Genesi di Sebastião Salgado è già straordinaria protagonista di un tour internazionale di grandissimo successo. Potente nella sua essenziale purezza, il messaggio di Genesi è incredibilmente attuale, perché pone al centro il tema della preservazione del nostro pianeta e della imprescindibile necessità di vivere in un rapporto più armonico con il nostro ambiente. Iniziato nel 2003 e durato 10 anni, Genesi è un progetto di grande ambizione dove il “canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini”. Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta. Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le terre in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al richiamo annuale della natura alla migrazione. Un’attenzione particolare è stata riservata alle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto della Namibia e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat. Un viaggio unico, quindi, alla scoperta del nostro ambiente, dove Salgado ha tentato di realizzare un atlante antropologico del pianeta, lanciando un grido di allarme e un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora incontaminate, da quella cosiddetta “civiltà” che talvolta si rivela essere solo una ignobile inciviltà.
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