Presentato al Pan di Napoli l’ultimo lavoro editoriale di Nico Pirozzi: “Salonicco 1943. Agonia e morte della Gerusalemme dei Balcani”. Una preziosa e drammatica pagina di storia per gli ebrei di questa regione dell’Asia minore. L’evento è stato moderato dal giornalista Giuseppe Crimaldi, presidente nazionale della Federazione Italia-Israele, con l’autore ne discutono Ottavio Di Grazia, dell’Università Suor Orsola Benincasa, e Sandro Temin, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il giornalismo d’inchiesta di Nico Pirozzi ancora una volta al centro di un lavoro che vede protagonista una brutta pagina di storia, legata all’annientamento sistematico da parte dei nazisti nei confronti degli ebrei, attraverso la cosiddetta “soluzione finale”.
Questa volta teatro degli avvenimenti che vengono raccontati con efficace precisione e provata attendibilità, è la città di Salonicco dove, nel 1943, si sono svolti i fatti raccontati in questo libro.
La comunità di ebrei a Salonicco all’epoca era altissima, quasi cinquantamila persone che nello stretto margine di soli 157 giorni, finirono deportati dai nazisti nei tristemente noti campi di concentramento, efficaci macchine di morte sistematica, dove le assurde camere a gas (nate da “un’idea geniale” di Himmler) portano subito alla morte di ben 37.286 ebrei.
Il libro di Nico Pirozzi vuole ripercorrere, con estrema accuratezza, quei drammatici giorni che bastarono ai nazisti per dichiarare Salonicco “Judenfrei”, cioè una città libera dall’influenza ebraica, spazzata via con sconcertante violenza e “silenziosa” morte.
La storia di questa massiccia presenza a Salonicco della comunità ebraica risale al 1492 quando, con il decreto di Alhambra, fu espulsa dalla Spagna per approdare successivamente in questa città. Qui abbiamo l’unico esempio conosciuto dove una città di tali dimensioni ha conservato per molti secoli, una forte maggioranza di popolazione ebraica.
Una maggioranza che anche in questo caso fu colpita dalle leggi razziali e dalla deportazione nei campi di concentramento, annientando quanti l’intera comunità ebraica esistente.
Il libro vuole mettere in luce le vergognose responsabilità anche degli italiani che insieme ai nazisti, voltarono le spalle alla comunità ebraica, lasciandoli morire senza pietà. Ma come spesso accade nelle storie più drammatiche come questa, un piccolo “esercito” di veri uomini, forse mandati dalla provvidenza, misero in salvo più di 300 ebrei, che riuscirono a sfuggire dalla cattura da parte dei nazisti.
Tra questi, i due consoli che si alternarono alla guida della sede diplomatica italiana, Guelfo Zambroni e Giuseppe Castruccio, due veri eroi di questa pagina nera di storia. Così come Riccardo Rosenberg, vice console e Lucillo Merci, capitano del Regio Esercito delegato. Una storia avvincente, fatta di inaspettati tradimenti e di vergognosi inganni ma anche di grande solidarietà.
Tre parole importanti sottolineate dallo stesso Pirozzi nel suo chiaro e sintetico intervento, legato ad una vicenda troppo presto dimenticata in un’Italia dove la memoria storia fa fatica ad emergere mentre invece una certa “politica” violenta e razzista, continua pericolosamente a diffondersi sempre più, in una società corrotta e mutilata di quei valori di democrazia, tolleranza e libertà, sempre meno presenti.
Articolo pubblicato il: 2 Febbraio 2019 8:00