Immersa nel cuore di Napoli, a due passi dalla chiesa di Sant’Eligio, è possibile visitare una storica tipografia dove è presente anche la famosa ‘Pedalina’ la macchina usata nel film con Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia “La banda degli onesti”.
Chi non ricorda la celebre scena tratta dal film “La banda degli onesti” del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque e girata nella tipografia di Giuseppe Lo Turco, un grande Peppino De Filippo, vessato dal portiere Antonio Bonocore, un altrettanto insuperabile Totò che, con la tipica invadenza inopportuna dei portieri di una volta, consegna una cambiale “Bordini & Stocchetti” di Torino, direttamente a Lo Turco, che aveva acquistato a rate la celebre macchina tipograficala “Pedalina”, che Totò confonde con il classico pedalino (la calza) suscitando un certo disappunto nel serio e compito tipografo citato?
Ebbene, se volete vedere dal vivo lo stesso tipo di macchina tipografica usata in questo fortunato e famosissimo film, non dovete fare altro che recarvi presso il locale sito in via Duca di San Donato, 63, nel centro storico di Napoli (quartiere Pendino) dove verrete accolti calorosamente dal Sig. Enzo Falcone, un distinto e attempato gentiluomo di appena 88 anni, che vi racconterà, con dovizia di particolari, l’affascinante mondo della tipografia.
Dopo più di sessant’anni di onorata attività, ereditata dal padre, che entrò in bottega nel 1912, all’età di otto anni, per poi mettersi in proprio e fondare questa tipografia nel 1922, oggi è senza dubbio una preziosa testimonianza storica di un’attività ormai quasi scomparsa e portata avanti negli anni con grande passione, coraggio e responsabilità. Attualmente tutte le macchine storiche che hanno lavorato ininterrottamente tra i mille congegni meccanici, tra miriadi di ruote dentate, di leve e di caratteri mobili, giacciono silenziosamente in questo piccolo ambiente-deposito, custode di ricordi indelebili, preziosi e soprattutto intimi.
Per evitare che questo immenso patrimonio storico-tipografico finisca nell’oblio o, peggio ancora, in qualche fredda discarica, Enzo Falcone ha lanciato un’interessante proposta: trasformare questo luogo denso di storia, di ricordi e di tanta fatica e passione, in un Museo-Laboratorio, non solo per conservare e rendere fruibile al pubblico tale patrimonio storico-meccanico, ma anche per creare un corso di apprendistato rivolto ai giovani che, ancor prima di affrontare un programma di scrittura al computer, potrebbero attingere preziose informazioni riguardo ai caratteri di stampa, alla composizione degli stessi e così via.
Pertanto, questo vero e proprio ambiente di culto, legato alla più profonda e classica famiglia della grafica partenopea, porrebbe formare decine e decine di giovani dal punto di vista artigianale, custode di una tradizione magica e insostituibile, ancor prima di affrontare un percorso dalle dimensioni digitali. Il progetto, ambito e molto difficile, trova resistenza nella solita burocrazia italiana e in questo caso tutta napoletana, visto che per ben cinque volte il Comune di Napoli non ha nemmeno deliberato a favore di questa simpatica e lodevole proposta.
Non a caso il locale dove temporaneamente sono presenti le macchine tipografiche è di proprietà del Comune di Napoli, così come la maggior parte di tutti gli altri locali della zona che, dopo la realizzazione del CIS di Nola, e il trasferimento di tutte le attività tessili e di abbigliamento, sono stati abbandonati al loro destino. Inoltre, nello stesso locale del sig. Falcone, il pavimento è quasi tutto bagnato, a causa di una incombente umidità che potrebbe mettere in serio pericolo tutte le attrezzature così ben costudite; pertanto necessita urgentemente un trasferimento in un locale più grande e asciutto, al più presto possibile.
Tutto il lavoro di una vita fatta di sacrifici, che dagli anni Cinquanta e dopo alcuni esami di giurisprudenza (giusto per accontentare il genitore), ha iniziato a prendere sempre più piede, fino ad appassionarsi a quegli strumenti tipografici che gli hanno permesso, nel corso degli anni, di specializzarsi in stampe di tipo commerciale, con il lavoro che aumentava sempre di più, acquistando macchine ancora più grandi e sofisticate per far fronte alle numerose richieste che diventavano sempre maggiori.
Si stampavano etichette di ogni tipo, fogli, buste, cartoline, fino ad arrivare alle stampe più complesse dove venivano usati anche delle difficili ma efficaci sfumature di colore. Nel 2007 l’azienda dovette lasciare la sua sede storica a causa di problemi strutturali, e si trasferì in un locale più piccolo, fino ad arrivare alla triste e sofferta decisione di chiudere definitivamente l’attività.
Anche se il Comune di Napoli ha concesso, dopo otto anni, l’attuale locale, la situazione all’interno dello stesso non è delle migliori, sia per il problema già citato legato all’umidità, che per l’impianto elettrico, che solo da poco tempo lo stesso Falcone ha finalmente fatto istallare.
Inoltre voglio anche segnalare che “L’Associazione Storico Borgo di Sant’Eligio”, siamo infatti a pochi pochi passi dalla celebre chiesa citata, dalla storica Piazza Mercato e dalla amatissima Chiesa del Carmine, organizza tutti i mercoledì del mese una visita guidata GRATUITA, per scoprire l’arte e la storia di un quartiere di Napoli poco presente negli itinerari turistici; l’appuntamento è sempre alle 10.00 davanti la chiesa del Carmine, con la durata di circa 2 ore e mezza, condotta da una Guida Abilitata del Comune di Napoli. E sapete dove termina tale visita guidata, proprio alla nostra preziosa tipografia. Per informazioni e prenotazioni potete contattare direttamente la Sig.ra Antonella Falcone – 392 68 33 530 – borgosanteligio@gmail.com.
L’impegno, la cura e la devozione che il sig. Falcone dedica alla sua storica tipografia, merita almeno un piccolo contributo morale, fatto di rispetto e di attenzione verso un nostro concittadino che non vuole perdere quel pezzo di storia della nostra amata e unica città, strumentalizzata troppo spesso e troppo facilmente da un’amministrazione comunale che punta l’attenzione solo su ciò che è più visibile: aiutiamo pertanto a realizzare questo sogno con la creazione del Museo-Laboratorio della tipografia Falcone.