Le parole di Salvini spazzano via il campo da possibili equivoci: “Il premier spetta al centrodestra. Reddito di cittadinanza? Sono contrario all’assistenzialismo”.
“Agli italiani che ci hanno votato dico che il centrodestra e’ compatto e lo restera’ anche in seguito”. Ci tiene subito a sottolinearlo Matteo Salvini, leader della Lega, il partito che ha ottenuto il maggior numero di voti nella coalizione. E, proprio partendo da cio’, arriva la seconda precisazione. Quella che, pero’, non appare tanto fatta agli italiani. Quanto a qualcun altro. A Luigi Di Maio, quanto al Presidente Mattarella: “Il premier spetta al centrodestra”. Le parole rilasciate in un’intervista pubblicata da Messaggero, Mattino e Gazzettino.
“Si parte dal programma del centrodestra, ma non potendo governare da soli, perche’ – ammette – al momento non abbiamo numeri sufficienti, siamo disposti ad ampliare e a modificare il nostro programma, tutelandone la coerenza. Non sono uno che s’impunta. Non andro’ a dire al Capo dello Stato: il programma dev’essere il mio, la lista dei ministri e’ quella che dico io e comando io”.
“Sono pronto – continua – a fare il premier, pero’ prima viene il programma. Il nome di chi dirige il governo e’ l’ultima cosa. Bisogna mettersi al tavolo con tutti, e certamente anche con M5s. E a questo tavolo bisognera’ vedere come azzerare la legge Fornero, come si riducono le tasse, come si controlla l’immigrazione, anche perche’ adesso ricominceranno gli sbarchi”.
E ovviamente a quel tavolo gli occhi che finira’ col guardare di piu’ saranno quelli di Luigi Di Maio. “Abbiamo lavorato insieme per l’elezione delle presidenze delle Camere due personaggi che rappresentassero il voto degli italiani. Ma quella del governo e’ un’altra partita. Non abbiamo mai parlato di governo, e adesso cominceremo a farlo. Io le idee le ho chiare, vediamo se e’ cosi’ anche per i 5 stelle e per gli altri”.
Idee chiare per risollevare l’Italia, attraverso “una ricucitura tra Nord e Sud”, cui la Lega sta lavorando “fin dal momento in cui sono diventato segretario”. “La tassa unica al 15% – sottolinea – e’ richiesta ovunque da tanti imprenditori, ma gli effetti piu’ forti li avrebbe al Sud, sul turismo, sull’agricoltura. E tante aziende anche straniere, con una tassazione ridotta, potrebbero andare in questa parte d’Italia. Con i 5 stelle, proprio sul Sud ci dovremo chiarire bene. Non ho approfondito bene la proposta sul reddito di cittadinanza. Ma sono culturalmente ed economicamente contrario all’assistenzialismo. Noi stiamo lavorando a un incentivo di avviamento al lavoro. Non servono regalie ma garanzie che permettono di rientrare nel mondo del lavoro. Nel Mezzogiorno occorre piu’ assistenza ben finalizzata e non assistenzialismo. Va fatto di tutto per far ripartire l’impresa“.
“Ho in testa un piano molto preciso. Infrastrutture, meno tasse, giustizia più rapida. La riforma tributaria in questo contesto e’ fondamentale. E il rilancio forte dei porti. Quando al forum di Cernobbio ho parlato dell’importanza strategica da dare a Gioia Tauro, mi hanno preso per matto. Avevano torto loro e ragione io. Al rilancio degli scali marittimi commerciali, e anche turistici, e’ connessa la risistemazione delle rete ferroviaria e aeroportuale. Servono grandi opere. Non solo. A una zona fiscale agevolata al Sud dovrà pensare il nuovo governo. Tenere da noi, e non mandarli in Portogallo, dove la tassazione e’ minima, i pensionati benestanti italiani – conclude – puo’ produrre un indotto economico importante per il Mezzogiorno”.