Dopo l’annuncio della querela, nuovo affondo di Matteo Salvini contro Roberto Saviano. Dal palco della Festa della Lega a Cervia, il vicepremier e ministro dell’Interno è tornato ieri sera a parlare dello scrittore senza mai nominarlo. “Sono al governo da due mesi – ha detto il leader del Carroccio – e mi hanno denunciato circa 35 volte. Un record: insulti, minacce, di tutto. Non ho querelato quasi nessuno. Ne ho querelato uno – ha spiegato riferendosi all’autore di ‘Gomorra’ –, ma non perché ce l’ho con lui ma perché mi puoi contestare ma non ti puoi permettere di dire che aiuto la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta perché prima ti sciacqui la bocca. Perché io – ha sottolineato – la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta la voglio vedere finire sul fondo del mare in mutande e voglio portargli via fino all’ultimo centesimo”.
Il leader della Lega è anche tornato a parlare della questione scorta. “Fortunatamente non decide il ministero dell’Interno. Decidono gli uffici competenti in base ad analisi tecniche”, ha precisato Salvini, sottolineando come sia giusto che scelte simili non siano fatte “su criteri politici o su simpatia e antipatia”. “Vi posso dire – ha aggiunto rivolgendosi alla platea – che ho chiesto di dare un occhio non ad una ma a tutte le 600 scorte perché un bel po’ non servono a niente e a nessuno e tolgono dalle strade 2000 poliziotti e 2000 carabinieri”. “Poi quel signore lì – ha detto ancora riferendosi a Saviano – sicuramente sarà a rischio e la scorta se la terrà , non dipende da me. Non fatemi litigare – ha concluso -, sono in vacanza”.
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