Domenica 4 novembre alle ore 17:00 il San Carlo propone un’opera di Leonardo Vinci “Siroe, re di Persia”. Un’ opera dal destino controverso che rivive sul palcoscenico del Massimo napoletano, in concomitanza dei 281 anni dalla fondazione.
Evento interessante per la città di Napoli, quello che si terrà Domenica 4 novembre alle ore 17:00 presso il Teatro di San Carlo che, per celebrare i 281 anni dalla sua fondazione, proporrà Siroe, Re di Persia di Leonardo Vinci.
La celebre opera sarà eseguita per la prima volta, in forma di concerto, ed appartiene ad una serie di sei libretti di Pietro Metastasio a cui il celebre compositore di origini calabresi diede musica nell’arco di soli quattro anni, dal 1726 al 1730, entrando di diritto nel novero dei maggiori rappresentanti della Scuola Napoletana.
Numeroso le sue opere scritte in questo periodo che comprendono anche oratori e musica sacra, ma soprattutto molte opere musicali come Didone abbandonata, Catone in Utica e Semiramide riconosciuta, tutte su libretto di Pietro Metastasio, compresa Siroe, re di Persia, come già è stato accennato.
Sul podio dell’Orchestra del Teatro di San Carlo ci sarà Antonio Florio, direttore e musicologo, specializzato nella prassi esecutiva di musica antica, cui va attribuito anche il recupero di capolavori del repertorio barocco, composti a Napoli nel XVII e XVIII secolo.
Nato a Bari, ha ricevuto una formazione classica, diplomandosi in violoncello, pianoforte e composizione al Conservatorio di Bari, sotto la guida di Nino Rota.
Ha in seguito approfondito lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca, studiando clavicembalo e viola da gamba.
Tra i tanti titoli di melodrammi riscoperti da Florio a partire dal 1987 citiamo:
“La colomba ferita” (1670), “Il schiavo di sua moglie” (1671) e “La Stellidaura vendicante” (1674) del maggior maestro napoletano del Seicento, Francesco Provenzale; “Il disperato innocente” di Francesco Boerio (1673);“La finta cameriera” di Gaetano Latilla (1673); “Li Zite’n Galera” di Leonardo Vinci (1722); “Il Pulcinella vendicato” di Giovanni Paisiello (1767); “La Statira” di Francesco Cavalli (nell’edizione per Napoli del 1666); “Motezuma” di Francesco De Majo (1765),”Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti (1703), “La finta giardiniera” di Pasquale Anfossi (proposta insieme all’omonimo titolo mozartiano presso la Fondation Royaumont), “La Partenope” di Leonardo Vinci (prima esecuzione moderna scenica nei teatri spagnoli di Ponferrada e León nel 2005), “L’Alidoro” di Leonardo Leo (Teatro Valli di Reggio Emilia e al Mercadante di Napoli nel 2008): tutte opere incise in video o in cd.
Dopo aver cambiato il nome del suo gruppo storico in “Cappella Neapolitana”, dal 2016 Florio ha creato un nuovo centro di musica antica nel cuore di Napoli, presso la Domus Ars (nella splendida chiesa barocca di San Francesco delle Monache a Santa Chiara) con cui è giunto nel 2018 alla terza edizione della rassegna “Sicut Sagittae”. Nel 2018 la sua direzione dell’”Orfeo” di Monteverdi al Teatro Regio di Torino è stata definita dalla critica “impresa di valore culturale altissimo”.
Il libretto di Metastasio, all’epoca ancora ventottenne, reduce dal successo della Didone Abbandonata, fu musicato innumerevoli volte nel giro di pochi anni da musicisti dello spessore di Porpora, Vivaldi, Hasse, Sarti e molti altri. Composta nel 1726, andò in scena a Venezia nel febbraio dello stesso anno in S. Giovanni Grisostomo.
Una scottante lotta alla successione si pone al centro di una storia dal sapore bizantino, dove intrighi di palazzo e sottili vicende amorose si intrecciano vorticosamente, coinvolgendo il vecchio Cosroe, re di Persia, interpretato da Carlo Allemano, il primogenito Siroe (Cristina Alunno), il figlio minore Mederse (Leslie Visco), Emira avrà la voce del celebre soprano Roberta Invernizzi, Laodice (Daniela Salvo) e Arasse (Luca Cervoni).
Un connubio di tensioni e passioni caratterizzano un lavoro rimasto per troppo tempo in ombra, restituita al pubblico in concomitanza delle celebrazioni del teatro d’opera più antico del mondo.
Coraggio e responsabilità caratterizzano l’operazione di ripresa di un testo dal destino controverso, che inorgoglì lo stesso Metastasio, come testimoniato dalla lettera a Leopoldo Trapassi datata 16 febbraio 1726: “Il mio Siroe è alle stelle, molto più che non fece la Didone l’anno scorso”.
Un evento assolutamente da non perdere, per l’eccezionalità dell’opera prescelta di un grande autore della prima metà del Settecento, forse troppo spesso dimenticato, il cui valore artistico è di indubbia importanza e di forte rilevanza storica e operistica.
Grazie all’impegno costante e professionale di Antonio Florio che ormai da anni promuove e valorizza l’enorme patrimonio del Settecento musicale e la preziosissima collaborazione del teatro San Carlo che si adopera per mettere in scena capolavori così belli e ahimè troppo poco conosciuti, che si crea quella sorta di magica atmosfera fatta di grande musica e di grandi interpreti, tutti impegnati nella realizzazione di un progetto unitario che ci porta a riscoprire autori ed opere antiche di suggestivo interesse.
SIROE RE DI PERSIA
Dramma per musica in tre atti
- Libretto di Pietro Metastasio
- Prima rappresentazione: Venezia, Teatro San Giovanni Grisostomo, febbraio 1726
- Direttore | Antonio Florio
- Interpreti
- Cosroe, Carlo Allemano
- Siroe, Cristina Alunno
- Medarse, Leslie Visco
- Emira, Roberta Invernizzi
- Laodice, Daniela Salvo
- Arasse, Luca Cervoni
- Basso Continuo
- Violoncello, Andrea Lattarulo
- Tiorba, Franco Pavan
- Clavicembalo, Carlo Maria Barile
- Clavicembalo, Patrizia Varone
Orchestra del Teatro di San Carlo
Opera in forma di concerto
Domenica 4 Novembre 2018, ore 17.00
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