sabato, Dicembre 21, 2024

San Leucio del Sannio, ladro di appartamento perde scarpa durante fuga: arrestato dopo 3 anni

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

Le prove raccolte dai carabinieri della stazione di San Leucio del Sannio, in modo particolare quella del DNA, hanno consentito di far scattare le manette ai polsi dell’uomo.

Nel corso della mattinata odierna, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di San Leucio del Sannio (BN) hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale della custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un cittadino 37enne di nazionalità serba, allo stato gravemente indiziato, in concorso con altri, di rapina aggravata.

L’indagine è stata avviata dai Carabinieri della cittadina sannita nel settembre 2020, a seguito di una rapina consumata da tre soggetti, travisati da passamontagna ed armati con una mazza in legno, avvenuta in un’abitazione della zona Epitaffio, ad Apollosa. I tre uomini, in pieno giorno, erano stati visti dal proprietario dell’abitazione che, facendovi rientro insieme alla propria moglie, aveva visto fuggire gli sconosciuti con la refurtiva tra le mani. Uno di questi, nel tentativo di scappare impattava contro un’autovettura in transito, cadendo al suolo mentre un secondo, al fine di assicurarsi l’impunità ed il profitto del reato appena consumato, minacciava la donna utilizzando la mazza in legno che portava con sé, senza fortunatamente provocare alcuna lesione. Durante la fuga con refurtiva, perdevano un cellulare ed una scarpa dalla quale era possibile risalire all’identità di uno dei rapinatori.

L’attività investigativa svolta successivamente dai militari dell’Arma, in particolare l’esito degli accertamenti del RIS di Roma sulla scarpa rinvenuta, consentivano di individuare l’odierno indagato, già noto alle forze dell’ordine quale indiziato per analoghi reati predatori avvenuti anche in altre zone del sud Italia.

Le prove sin qui raccolte dagli investigatori, in modo particolare quella del DNA, hanno permesso di raggiungere uno standard probatorio adeguato per sorreggere un giudizio di gravità indiziaria nei confronti dell’uomo peraltro già ristretto presso la casa circondariale di Bologna nell’ambito di altri procedimenti penali.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione, ed il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

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