Non ci sarà l’annunciata chiusura ad oltranza delle Asl di Napoli Nord, protesta che riguardava l’assistenza ai disabili gravi e la programmazione dei tetti di spesa per i centri di riabilitazione privati accreditati. Le strutture continueranno dunque ad accogliere i pazienti sia in regime ambulatoriale sia prestando assistenza domiciliare, garantendo inoltre la continuità delle attività di convitto e semiconvitto.
La firma ai contratti che disciplinano le attività dei centri di riabilitazione accreditati con l’Asl Napoli 2 e con le altre della Campania per il prossimo biennio sono però in alto mare. La soluzione potrebbe arrivare con una circolare attuativa del decreto (n. 41 dello scorso giugno), attraverso la quale la struttura commissariale ha previsto i tetti di spesa per i vari setting assistenziali della riabilitazione.
La contesa riguarda l’assegnazione di maggiori risorse al regime residenziale e semiresidenziale (sottoutilizzate) a danno delle attività ambulatoriali e domiciliari invece prevalenti ma sottofinanziate per circa 14 milioni di euro annui. Tali sottoutilizzi sono distribuiti così: 531 mila euro ad Avellino, 1,8 milioni a Benevento, 2,41 milioni a Caserta, 2,9 a Napoli centro, 3,1 a Napoli nord, 2,2 a Napoli sud e 1,2 milioni a Salerno.
Come chiarito dalla direzione generale per la Tutela della Salute della Regione Campania, in una nota pervenuta alle Asl il 2 luglio, sono in corso monitoraggi sull’appropriatezza e sull’applicazione dei percorsi riabilitativi anche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria.
Articolo pubblicato il: 4 Luglio 2018 11:22