I protocolli di sicurezza contro il Covid 19 mettono a rischio Sanremo 2021. Sull’edizione numero 71 del Festival (in programma dal 2 al 6 marzo, con tanto di elenco dei cantanti già noto da dicembre) si abbatte la questione della presenza o meno del pubblico al Teatro Ariston.
È un tweet del ministro della Cultura, Dario Franceschini, ad accendere la polemica: “Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito il ministro Roberto Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”.
Non basta dunque che l’Ariston sia stato riadattato alle nuove esigenze imposte dalla pandemia: sono state tolte le poltrone, le 18 file ed è stata chiusa la galleria. Senza dimenticare le tante novità di Casa Sanremo.
Il conduttore starebbe addirittura valutando l’ipotesi di lasciare il ruolo di direttore artistico e conduttore (e con lui, di conseguenza, abbandonerebbe anche Fiorello). In corso riunioni con i vertici Rai (in primis con l’Amministratore Delegato, Fabrizio Salini, e il direttore di Rai 1, Stefano Coletta).
Del resto, lo stesso Amadeus, in una recente intervista al “Corriere della Sera”, si era già mostrato contrario all’ipotesi di un rinvio a maggio: “Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar -ha dichiarato-. E poi chi ci dice che a maggio avremo lasciato le mascherine e potremo abbracciarci tranquillamente?”.
E su un Festival “a porte chiuse” si era così espresso: “Passerebbe alla storia per il Sanremo del Covid, per il Sanremo della desolazione”.
E già in quell’intervista lanciò un ultimatum: “O siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio, oppure ci rivediamo nel 2022”.
Articolo pubblicato il: 29 Gennaio 2021 11:35