L’équipe cardiologica del Santobono di Napoli, guidata da Rodolfo Paladini, ha iniettato sotto cute, a una bambina di 12 anni, un micro elettrocardiografo che per i prossimi quattro anni registrerà il suo battito cardiaco. L’impianto si è reso necessario dopo che la bambina era stata salvata da annegamento, grazie all’intervento della nonna.
Portata in ospedale, era emersa la necessità, in seguito all’evento, di monitorare la funzione cardiaca in modo costante e con strumenti idonei. L’ipossiemia legata alla sindrome da semiannegamento, infatti, potrebbe indurre una transitoria disfunzione miocardica, che il monitoraggio continuo permetterà di individuare precocemente.
Le informazioni raccolte consentiranno ai medici dell’ospedale pediatrico napoletano di monitorare la bimba, anche da remoto; i tracciati cardiaci, infatti, saranno trasferiti in telemedicina al reparto di cardiologia del Santobono, attraverso la rete dei dati dei cellulari.
«Un anno fa nel nostro ospedale abbiamo impiantato il primo micromonitor cardiaco su un nostro bambino. Da allora abbiamo acquisito un know how specifico su questi apparecchi, estremamente importanti per l’individuazione di patologie che producono improvvise perdite di coscienza. Si tratta del sistema più idoneo per evitare morte cardiaca improvvisa. Siamo certi che anche in questo caso, l’utilizzo di tale tecnologia potrà essere di grande aiuto nell’individuare il percorso terapeutico più idoneo per la bambina».
Il micromonitor installato è di ultimissima generazione ed è stato utilizzato per la prima volta in una struttura pubblica della Campania. La dimensione estremamente ridotta lo rende adatto all’impianto anche su bambini molto piccoli.
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