venerdì, Novembre 22, 2024

Sentenza Coni Juventus Napoli: uno schiaffo per il mondo del calcio

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

La gerarchia delle fonti alla base della sentenza Juventus Napoli. Nulla di più semplice, tranne che per il mondo del calcio.

Una figuraccia clamorosa per la Lega calcio, per la FIGC ma soprattutto per i due giudici sportivi.

Qualcuno, scherzando ha scritto che i giudici sportivi Mastrandrea (primo grado) e Sandulli (appello) hanno conseguito la laurea all’Università di Perugia e, considerate entrambe le situazioni direi che la battuta ci può stare.

Nonostante la quasi totalità del mondo del calcio e della categoria dei giornalisti italiani si fosse schierata dalla parte del 3-0 a tavolino, nei nostri articoli avevamo sempre e spesso con veemenza rimarcato l’ingiustizia di queste sentenze che presentavano non solo l’assurdo presupposto di una prevalenza del protocollo della Lega (seppur firmato da tutte le squadre) rispetto ad un intervento di una autorità superiore (quale è l’ASL appunto) ma anche l’ancor più incredibile motivazione delle sentenze che “presupponevano” una volontà (impossibile da provare dati reali) da parte del Calcio Napoli di non giocare la partita.

Per chiunque abbia un minimo di conoscenza delle Leggi e delle dinamiche giuridiche, tutto ciò è apparso immediatamente assurdo e inqualificabile. Per coloro che hanno preferito credere ai social, ai giornalisti poco informati sulle dinamiche giuridiche ed ai cronisti televisivi, la sentenza del CONI è apparsa come uno schiaffo alla Lega.

Allora ripristiniamo la verità e diciamo chiaramente che la Lega e la FIGC si sono schiaffeggiati da sole ed hanno, colpa ancor più grave, cercato di far cadere le colpe sull’incolpevole società di De Laurentiis, rea di non essere partita rispettando il protocollo. Certo! Meglio una denuncia penale che andare contro gli interessi del calcio o contro le responsabilità per “causato contagio”.

E’ come se in un condominio si decidesse che le dispute tra le persone si possano risolvere a coltellate e, successivamente, scappato il morto, ci si difendesse dicendo davanti al giudice penale che il regolamento lo consentiva.

Se ci fosse ancora qualcuno che non ha capito, riporto cosa dice la Legge italiana rispetto alla importanza delle leggi: viene chiamata in gergo ”gerarchia delle fonti”.

La gerarchia delle fonti, nel diritto, sancisce che una norma giuridica contenuta in una fonte di grado inferiore non può contrastare una norma contenuta in una fonte di grado superiore. Nell’ordinamento giuridico italiano, si ha una pluralità di fonti di produzione, e queste sono disposte secondo una scala gerarchica, secondo la quale la norma di fonte inferiore non può porsi in contrasto con la norma di fonte superiore (gerarchia delle fonti del diritto). Nel caso in cui avvenga un contrasto del genere si dichiara l’invalidità della fonte inferiore dopo un accertamento giudiziario.

Credo sia assurdo che si sia dovuto arrivare al CONI per ripristinare la legalità. Cosa ancora più assurda sono state le sentenze di una giustizia sportiva che, a questo punto, ha perso qualsiasi credibilità: uno schiaffo terribile per le istituzioni calcistiche che dovrebbero interrogarsi (ma non lo faranno) sul significato del termine “sportivo” e sulle proprie capacità di andare oltre l’interesse calcistico e di parte.

È un calcio malatissimo: arbitri “permalosi”, tecnologie come il VAR umiliate dal medievale tentativo di mantenere un potere (quello arbitrale) che dovrebbe servire lo sport e non servirsene.

Siamo nel 2020 ed ancora siamo legati a concetti ormai superatissimi negli altri sport; ancora non è possibile intervistare gli arbitri a fine partita; ancora dobbiamo sottostare ad una figura come quella del giudice sportivo che viene ridotta ad una semplice certificazione del referto arbitrale.

Credo che sia l’ora di crescere! Credo che sia l’ora di chiedere le dimissioni dei due giudici sportivi e di tutti coloro che hanno permesso la figuraccia internazionale di Juventus Napoli, con una squadra in campo che aspettava inutilmente l’altra e con alcuni spettatori presenti che addirittura facevano il segno del 3-0.

Credo che sia l’ora di crescere anche come sportivi. Mi rivolgo ai milioni di tifosi che hanno creduto ai social ed a giornalisti poco informati. C’erano fior fiori di giudici interpellati che hanno sempre dichiarato la validità delle tesi del Calcio Napoli eppure in pochi li hanno ascoltati preferendo le parole e le opinioni di commentatori chiamati a parlare senza nessuna conoscenza del diritto.

Ora che giustizia è stata fatta bisogna pensare seriamente a cosa vogliamo fare col gioco del calcio. Rimanere arroccati a pensieri ed atteggiamenti medioevali oppure crescere in credibilità e riportare lo sport, nella gerarchia di una immaginaria piramide morale, davanti agli interessi di parte?

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