La sentenza Juventus Napoli è stata decisa dallo stesso giudice che non è intervenuto dopo lo scandaloso arbitraggio di Orsato durante Inter Juventus che tolse uno scudetto al Napoli?
Il giudice sportivo? Quale? Quello che il 26 aprile del 1998 non disse nulla su Ceccarini che decise lo scudetto non dando il rigore all’Inter per un fallo nettissimo su Ronaldo (oltre ad altre immonde porcherie)? Lo stesso giudice che non è intervenuto dopo lo scandaloso arbitraggio di Orsato durante Inter Juventus che tolte uno scudetto al Napoli? Lo stesso giudice che commina multe ridicole alle società di calcio per i cori razzisti verso giocatori di colore o verso i napoletani?
Sì, è lo stesso. Nel senso di figura istituzionale non nel senso di persona fisica… e questo è ancora più significativo in quanto una persona può anche sbagliare ma se sono tante, allora c’è qualcosa che non va nella “figura istituzionale” del giudice stesso.
Allora, prima di qualsiasi commento nel merito della sentenza, vediamo di capirci su un punto: il giudice sportivo è chiamato a difendere un sistema e non a ripristinare la giustizia. Il giudice sportivo è un amministratore di condominio chiamato a dirimere controversie nell’interesse del condominio stesso a prescindere dalla sostanza delle cause che, molto spesso, finiscono davanti ai giudici civili.
Cerchiamo di essere ancora più chiari: a quale categoria che circola attorno al gioco del calcio poteva convenire dare ragione al Napoli (a prescindere dalla “sostanza” dei fatti)? Forse ai giornalisti sportivi, ai calciatori, alle televisioni, alle stesse società di calcio? Poteva convenire un precedente del genere al proseguimento del campionato? Poteva convenire ai tanti tifosi che amano guardare il calcio?
E passiamo ai fatti:
Cosa fece Ponzio Pilato davanti a Gesù Cristo? Lo sanno tutti: se ne lavò le mani, fece decidere alla maggioranza che urlava, alla folla delirante e tutto per evitare di prendere un provvedimento che, seppur giusto, poteva causare problemi nei rapporti col Sommo sacerdote Caifa e tutto il Sinedrio. Meglio liberare Barabba e chi se ne fotte della innocenza del condannato.
Allo stesso modo il giudice Mastrandrea ha preferito non creare problemi al “Sinedrio” del calcio, ha preferito lanciare un monito a tutte le squadre lasciando il circo del pallone libero e felice di andare avanti.
Lo ha fatto evitando di entrare nella “querelle” tra protocollisti e fautori dell’ASL perché avrebbe dovuto ammettere l’autorità prevalente dell’ASL (strano che per dieci giorni non si è parlato d’altro mentre la “verità” stava nel primo messaggio dell’ASL che nessuno aveva preso in considerazione); lo ha fatto avanzando ipotesi incredibili prima tra tutte quella di aver giudicato come un semplice consiglio quello dell’ASL di sabato mentre il chiarimento di domenica era, invece, ostativo.
Certo, se fosse stato davvero così, allora il Napoli sarebbe potuto partire per Torino e, conseguentemente, cadrebbe l’unico motivo che il regolamento ammette per la mancanza sul campo: la causa di forza maggiore. 3-0 e -1 a tavolino: non fa una grinza!
Invece la lettera dell’ASL di sabato era già ostativa ed è qui il primo grande errore commesso dal giudice sportivo. Tutto questo la società Calcio Napoli non avrà difficoltà a dimostrarlo in appello dove, tra l’altro, sarà possibile il contradditorio non previsto in primo grado.
Il secondo errore del giudice è stato quello di ritenere che l’annullamento dell’albergo a Torino per il pernottamento e l’annullamento del volo di sabato, facevano chiaramente desumere la volontà del Napoli di non voler disputare l’incontro. Chiaramente? L’unica cosa chiara era che il Calcio Napoli, se la PEC dell’ASL di domenica avesse dato l’ok alla partenza, poteva tranquillamente prendere un volo fino al tardo pomeriggio pur di recarsi a Torino.
Insomma una ricostruzione fantasiosa sia sull’intervento dell’ASL di sabato che della volontà del Napoli di voler partire. Talmente fantasiosa che ci sono volute quasi due settimane per partorirla…
Ma l’importante era salvare il campionato, non dare ad altre squadre motivi “futili” per non partire, per dare alla vicenda un colpevole chiaro e individuabile. Ora il derby è salvo, il campionato prosegue, i commentatori televisivi continueranno a prendere i loro gettoni di presenza e le TV continueranno a pagare per vedere questa sorta di teatrino che del campionato vero ha soltanto il nome.
Sappiamo Ponzio Pilato come viene descritto nei libri di storia: immagino, tra qualche tempo, come verrà commentata questa vicenda.
La cosa che più mi infastidisce non è, però, la sfacciataggine del giudice sportivo ma i commenti che ho ascoltato dopo la sentenza.
Non solo hanno dato i 3 punti alla Juventus, non solo hanno dato 1 punto di penalizzazione ma la società calcio Napoli, l’unica in serie A con un bilancio in positivo, l’unica ad aver dato un esempio eccellente di come si gestisce un ritiro a Castel di Sangro, l’unica che riesce a coniugare bilancio e risultati sportivi, deve anche subire gli sfottò dei tifosi di tutta Italia. A Napoli si dice “cornuti e mazziati” ovvero, tradotto, oltre al danno la beffa.
“Avete voluto fare i furbi? Ora pagatene le conseguenze!”; “Avete un pagliaccio come presidente, siete ridicoli come lui”; “rinunciate all’appello: almeno salvate quel poco di dignità che vi è rimasta”. Questi i commenti meno offensivi: tutti contenti, juventini e antijuventini non tifosi del Napoli: il giocattolo è salvo, the show must go on e chi se ne fotte se tutto questo presunto teatrino “voluto” dal Napoli probabilmente (io direi certamente) è stato fatto per evitare il possibile diffondersi di una pandemia, chi se ne fotte se in Italia c’è la seconda ondata di questo nemico invisibile, chi se ne fotte se altre categorie che stanno chiudendo negozi ed attività non hanno un protocollo… tanto il mondo del calcio è stato più furbo: ha il suo protocollo, ha il suo Ponzio Pilato ed ha pure il “cornuto e mazziato” da sbattere in prima pagina.