Il dado potrebbe essere tratto: si va verso un Governo di garanzia fino a dicembre, salvando quindi la Legge di Stabilità, per poi tornare alle urne. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, spegne dunque sul nascere (almeno per il momento) l’ipotesi dell’8 luglio per nuove elezioni. Ora toccherà ai partiti trovare accordo: non appena si raggiungerà un’intesa, il Governo tecnico si dimetterà subito.
Le parole del Capo dello Stato hanno dunque messo fine a due mesi di litigi e consultazioni: “Ho svolto una verifica attenta di tutte le possibili soluzioni -ha detto Mattarella- ma le forze politiche non hanno trovato alcuna intesa ed è stata sempre affermata tra le parti l’indisponibilità di formare un governo tra Pd e centrodestra, centrodestra e M5S, M5S e Pd.
Com’è evidente non c’è alcuna possibilità di formare un governo nato da una maggioranza di tipo politico e sin dall’inizio ho escluso la possibilità di dar vita a un governo di minoranza perché condurrebbe alle elezioni e dunque ritengo che sia più rispettoso formare un nuovo governo, non potendo prorogare il governo Gentiloni che ha esaurito le sue funzioni e non avrebbe alcuna maggioranza in parlamento.
Nel frattempo, in mancanza di accordi, le forze politiche parlamentari dovranno acconsentire alla nascita di un governo neutrale che si dimetterebbe immediatamente qualora i partiti dovessero raggiungere un accordo politico. Il governo non durerà oltre dicembre e dunque dopo la manovra finanziaria si andrà subito al voto. L’altra ipotesi -ha concluso il Capo dello Stato- sono le elezioni al più presto in autunno, ma probabilmente non vi sarebbe tempo per approvare la manovra finanziaria e il bilancio dello Stato con effetti nefasti per l’economia“. Dopo la sua formazione, il Governo neutrale dovrà ottenere la difficile fiducia dalle Camere, con Lega e M5S, vincitori delle elezioni “senza maggioranza”, contrari a quest’ipotesi.
Articolo pubblicato il: 7 Maggio 2018 19:29