NAPOLI- Sono state le voci di Lalla Esposito e Massimo Masiello, magicamente intrecciate tra loro come i fili di un prezioso tessuto, ad aggiungersi per una sera ai tesori del Museo Diocesano di Napoli. Protagonisti del concerto-spettacolo “Sfogliatelle e altre storie d’amore”, inserito nella terza edizione della rassegna diretta da Giulio Baffi, “Imago Mundi”, hanno condotto gli spettatori in uno spazio magico, per comprendere e provare sensazioni fatte di umorismo e amore in una sorta di singolar tenzone tra uomo e donna. Ed è così che i due artisti del canto e della recitazione, per la prima volta insieme in uno spettacolo al suo debutto, attraverso le più celebri “macchiette” del repertorio napoletano e quel genere di canzone definita umoristica, hanno prodotto un momento artistico perfettamente in bilico tra l’ironia ed il quadro del mutamento sociale della donna anni Trenta. Portando in scena “femmine” emancipate in lotta con uomini ancora legati alle figure delle Marie innamorate e delle signorine digiacomiane dalle ciliege in grembo da ritrovare in bucolici luoghi profumati di rose a cento passi, la coppia Esposito- Masiello, ha cantato, recitato ed emozionato. Il tutto, nel segno di una Napoli di inizio secolo ancora ignara delle brutture di una società privata fino all’assurdo dei sentimenti. Come le note di una stessa strascinante melodia e come i versi di un’unica grande canzone, i due artisti hanno trasformato in momenti di teatro i loro brani così, come hanno trasformato il teatro della vita, in inebrianti armonie e penetranti attimi di burlesco intrattenimento. Precisi come due certosini dell’Avanspettacolo, in sincronia tra loro come gli ingranagi di un orologio svizzero, la brecktiana Lalla Esposito ed il vivianeo Massimo Masiello, mettendo al servizio di un repertorio apparentemente brillante la personale bravura, hanno cantato un amore non sempre lacrimoso ma non per questo privo di intensità e sofferenza. Accompagnati da Antonio Ottaviano al pianoforte, lo stesso che ha anche curato gli splendidi arrangiamenti, da Gianluigi Pennino al sax ed al clarinetto e da Saverio Giugliano al contrabasso, con la loro esibizione, animata da brani come “Agata”, “Ciucculatina mia”, “E non sta bene” “Comme ‘o zuccaro”, “Preferisco il 900”, “Rusella ‘e maggio”, “La panzè” e “Dove sta Za Za”, Lalla e Massimo hanno fatto ancora intravedere le immagini di una Napoli intenta a nascondere le lacrime dietro le risate e la sofferenza dietro un’ironia sinonimo di speranza per un domani migliore, dopo quella eduardiana “nuttata” che “ha da ancora passà”.
di Giuseppe Giorgio