Aftersat: si intitola “Sient’Ancora” il primo dei tre brani che completano l’Ep “Intosole”. Intervista al gruppo “folk n’roll napoletano”.
Tra i gruppi emergenti del panorama musicale, un progetto molto particolare è quello degli Aftersat (fusione delle parole inglesi Afternoon e Saturday, poi trasformata in Saturation), costituito da Salvatore Pone (chitarra acustica, voce), Alessia Torinelli (ukulele, chitarra acustica, voce), Giuseppe Passeri (basso), Mirko Di Bello (batteria) e Davide Correra (chitarra elettrica).
Ragazzi dalle diverse influenze musicali ma con lo stesso amore per il grunge, il rock post-adolescenziale e le contaminazioni elettroniche della musica dei primi anni 2000, i loro esordi (ai quali ha preso parte anche Gianluca Di Bonito, che nella scorsa estate ha lasciato la band) sono caratterizzati da un repertorio di cover e brani inediti in inglese che, successivamente, verranno raccolti in un EP omonimo.
Numerosi i live per strada e nelle piazze, che hanno sempre più avvicinato il sound del gruppo alla musica popolare e al folk dei quartieri. Diverse le partecipazioni a contest nazionali importanti, come Pozzuoli Jazz Festival, Sponz Fest e il Lennon Festival, importante e storico festival in provincia di Catania, dove si aggiudicano il premio Dcave records che comprende la registrazione di un EP nello storico The Cave Studio. A dicembre 2019 parte un intenso periodo di pre-produzione sotto l’attenta direzione artistica di Daniele Grasso (Afterhours, Diego Mancino, Cesare Basile), che porterà alla band nuova linfa vitale, consapevolezza e maturità musicale: i ragazzi vengono chiamati a riscrivere e a cantare in napoletano.
È così che è nato Sient’Ancora, il primo dei tre brani che completano l’EP “INTOSOLE”, nato come una ballata in 6/8, si tinge di scuro e parla di un legame perduto che ha lasciato un ricordo vivo, nonostante la separazione.
La struttura del brano è stata rivoluzionata, ma il mood è più incupito, partendo da uno stato di finta quiete fino all’esplosione finale che, richiamata dal coro, rende il testo quasi ironico, la condanna ad una ricerca senza rassegnazione di ciò che è stato, trascorso, passato e che irrimediabilmente non tornerà più. Nonostante il rallentamento causato dal lockdown, la band ha ultimato le registrazioni del nuovo EP per DCave records, tra Napoli e Catania, un concentrato di popolarità folk’n’roll, anticipato negli scorsi mesi da un paio di interessanti previews in rete.
Tra gli obiettivi principali del gruppo c’è la continua ricerca di sonorità di matrice blues, folk e rock che possano coniugarsi alla lingua dialettale e a testi che fondano ancora il tema della terra a quello della denuncia sociale. In occasione dell’uscita del nuovo singolo, Sient’Ancora. La redazione di 2A News ha intervistato gli Aftersat, il gruppo “folk n’roll napoletano”.
Come avete affrontato il profondo cambiamento nel passare dal cantare le cover in inglese a testi nuovi in napoletano?
“In realtà abbiamo lasciato alle spalle non solo un repertorio di cover, ma anche un EP completamente autoprodotto sempre in lingua inglese, per cui l’intenzione di scrivere pezzi nostri c’era già da prima. Quest’idea di iniziare a cantare in napoletano ci è stata consigliata dal nostro produttore Daniele Grasso ed è stata da subito presa seriamente in considerazione per l’accostamento napoletano-folk’n’roll. Cambiare lingua è stato inizialmente un po’ destabilizzante. Prima di tutto perché c’è una differenza proprio di musicalità tra le due lingue, ma soprattutto perché cantare in napoletano significa mettersi a nudo. Ti trovi a cantare, a raccontare cose nella tua lingua e tutti riescono a capirti perfettamente. Allo stesso tempo, però, si riesce ad arrivare alle persone in modo più diretto“.
Com’è nata l’idea del testo e del video del vostro nuovo singolo, intitolato “Sient’Ancora”?
“Il testo è nato da una relazione finita a seguito della perdita di una persona cara. Esperienza personale o pura immaginazione, è un’interpretazione che lasciamo all’ascoltatore. Il video è nato da un’idea di Alessia la notte di Capodanno, che quest’anno è stata una notte di solitudine per tutti. È nato tutto dal concetto di alternanza tra luce e ombra, tra presenza e assenza. Fondamentalmente il brano è proprio questo: il cantare di un’assenza, di una mancanza. Il video quindi nella sua cupezza crea un senso di smarrimento, soprattutto mettendo in evidenza un ulteriore tipo di alternanza: quello tra personaggio e alter-ego. Ognuno di noi nel video compare sia com’è nella quotidianità, sia come sarebbe in un universo parallelo praticamente”.
Cosa ha significato quest’anno di pandemia e di stop ai concerti dal vivo per un gruppo giovane e con tanta voglia di affermarsi come il vostro?
“È stato, e lo è, terribile. Sient’ Ancora è nata poco più di un anno fa e ci siamo fatti tantissime domande a riguardo: è il caso di pubblicarla in questa situazione? Poi come la promuoviamo? Potremo suonare? Tutto ciò è decisamente frustrante. Ma è stata proprio quella frustrazione a darci la carica e la determinazione per pubblicare il nostro primo singolo nel periodo forse meno adatto. Non potendo suonare in giro, stiamo attualmente lavorando molto sui social e approfittiamo di questo stop per scrivere e fare nuova musica. Confidiamo però sul fatto che presto potremo tornare almeno a suonare per strada!“.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
“Scrivere, scrivere e scrivere, in modo da poter rafforzare sempre di più la nostra identità musicale, e naturalmente suonare sempre e ovunque appena sarà possibile. Inoltre, pubblicheremo gli altri due brani che, insieme a Sient’ Ancora, compongono l’EP “INTOSOLE”.