Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio (ore 20.30) alle Officine San Carlo andrà in scena il celebre spettacolo “Signurì Signurì” scritto dal compianto Enzo Moscato, con la regia di Cristina Donadio e Luca Trezza
Continua senza sosta e con grande successo la programmazione artistica di “Officine San Carlo” con la messa in scena di uno spettacolo del 1982, Signurì Signurì, che Enzo Moscato presentò alla Biennale di Venezia di quell’anno: composto da sette scene nel primo atto e quattro nel secondo, questo testo è un libero adattamento del celebre romanzo di Curzio Malaparte “La pelle”, che narra la “liberazione” da parte dell’esercito americano (1943) dall’invasione tedesca (dal quale è stato tratto anche un bellissimo film di Liliana Cavani), verso il quale l’autore partenopeo (Moscato) sceglie di affrontare un’interpretazione del tutto personale, inserendo tra le figure dei vari personaggi lo stesso Malaparte che, opposto al suo romanzo, non è più protagonista di un dolore verso una Napoli miserabile, ma bensì un distratto e superficiale spettatore di una Napoli cupa, squallida e grottesca.
Infatti sarà proprio il personaggio “Malaparte” che pronuncerà le parole rivelatrici di una città fatta di stereotipi e di clichés, attraverso i molteplici colori che questa ci consegna, insieme ai suoi riti più nascosti e reconditi, ricordando forse allo stesso Malaparte che la città di Napoli è molto più complessa e misteriosa di quella descritta nel suo romanzo.
Con Signurì Signurì di Enzo Moscato per la regia di Cristina Donadio, curata insieme a Luca Trezza, riprendono gli appuntamenti alle Officine del San Carlo, con i tre seguenti gli appuntamenti: venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio alle ore 20:30. La partecipazione è gratuita prenotando al seguente link: https://shorturl.at/GHIJ4.
Lo spettacolo, che conclude il percorso formativo curato da Donadio e Trezza, porta in scena Alessio Sica, Chiara Di Girolamo, Xana Vazquez de Prada, Rossella Di Lucca e Paula Do Souto con i partecipanti all’Officina di Teatro. La rielaborazione musicale è a cura di Angelo Cioffi, che suonerà la tromba in ogni appuntamento. La replica di domenica 12 maggio vedrà l’amichevole partecipazione di Marco Zurzolo al sax.
Le scene di Fabio Marroncelli sono state realizzate da Anna Nasone, che ha lavorato con i suoi studenti dell’Officina di Scenografia, mentre Giusi Giustino firma i costumi, prodotti dai partecipanti alla sua Officina di Sartoria Teatrale Circolare: un unico progetto ha unito trasversalmente i partecipanti alle varie attività proposte da Officine San Carlo, il polo formativo e produttivo che il Lirico di Napoli ha creato dalla riconversione degli stabilimenti ex Cirio sul Porto industriale di Vigliena.
Questo testo – commenta Cristina Donadio – come gli echi che ne rimandano, è ri-proposto da noi come immaginiamo che lui, l’autore-poeta Enzo Moscato, avrebbe messo in scena o cercato di mettere in scena. Dopo anni di collaborazione, vista la sua scomparsa terrena, reputiamo necessaria e illuminante proseguire insieme agli attori il suo senso della scena, provare quantomeno a rintracciarne scenicamente le schegge lasciate… schegge di un teatro poetico-politico che faccia da solco e direzione per i nuovi artisti e generazioni future. Abbiamo pensato di muoverci per quadri, come il testo suggerisce, e tra questi quadri trovare degli “sconfinamenti” – Questi sconfinamenti – tipici del teatro Moscatiano, rimanderanno a vari personaggi della sua futura drammaturgia senza tuttavia distanziarsi dal testo di partenza. I Quaranta e più personaggi del testo a volta sdoppiati, altre volte triplicati alcuni sottaciuti… (parlanti, però, solo per qualche frase o un canto) cantando-muovendosi-recitando ci porteranno in un posto, un altrove che, come l’Autore dice va “oltre… nel tempo”, sconfinando appunto. Importante per noi è la modalità con cui s’intersecano questi quadri, dando risalto al tessuto musicale – (dalla Musica contemporanea a quella classica, da quella americana del dopoguerra – fino ad arrivare alla musica stessa della parola-parola intesa come canto – come soffio – come annegamento – ed il suo relativo doppio… il silenzio) così come importante è il lavoro sul corpo che diventa gesto – senso – crudele – soave necessario – a volte incandescente… aggettivi questi cari ad Artuad come ad Enzo che a Malaparte… quanto a noi. Un omaggio quindi ad un Poeta, uno Scrittore, una Città, una riflessione sulle barbarie della guerra -allora come ora- e alle numerose pesti morali che ne derivano – attraverso il teatro cosa fare? Continuare per sperare in una nuova alba? … Una nuova Peste culturale? … Oppure annegare per poi riemergere… aggrappandoci a cosa? A quello che ci hanno lasciato… Parole-Universi… frasi… crastole… schegge impossibili… Da Eschilo a Malaparte a Moscato…
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Signurì Signurì
di Enzo Moscato
Liberamento tratto dal romanzo La Pelle di Curzio Malaparte
- Regia | Cristina Donadio e Luca Trezza
- Consulenza e rielaborazione musicale | Angelo Cioffi
- Con l’amichevole partecipazione di Marco Zurzolo
Scene Fabio Marroncelli
Realizzate da Anna Nasone con gli alunni partecipanti all’Officina di Scenografia
Costumi di Giusi Giustino
Assistenti Davide Manganella e Roberta Bevilacqua
con gli alunni partecipanti all’Officina di Sartoria Teatrale Circolare
con
- Alessio Sica
- Chiara Di Girolamo
- Xana Vazquez de Prada
- Rossella Di Lucca
- Paula Do Souto
… e con gli alunni partecipanti all’Officina di Teatro.