di Antonella Amato – In America esistono dei marciapiedi con corsie riservate ai pedoni che camminano con lo smartphone in mano effettuando il cosiddetto smartphone walking e cartelli che avvertono del pericolo “Pedone distratto”. Adesso che, in giro per il mondo, è in crescita la febbre da Pokèmon Go anche l’Italia scopre il rischio smartphone walking, causa di un fenomeno di distrazione di massa che può avere gravi conseguenze per la sicurezza pubblica. Nell’infinita casistica cui ora andrà anche aggiunta la caccia ai Pokèmon svettano l’attraversamento delle strisce pedonali mentre si scrive un messaggio su Whatsapp; passeggiare scrivendo un post su Facebook o salire su un mezzo pubblico ritwittando l’ultima notizia.
Pokémon Go rappresenta certamente il fenomeno ludico dell’estate dal successo planetario ma è anche il più pericoloso. Ideato dalla casa giapponese Nintendo, è già mania tra giovanissimi e meno giovani (che sembrano esser tornati al gioco dell’infanzia e a quei “mostriciattoli” frutto della fantasia del loro game designer Satoshi Tajiri nel 1995). In testa alle classifiche iOS e Android sembra già aver diviso l’opinione pubblica, divisa tra i fan sfegatati a caccia di Pokémon e già iscritti a veri raduni – si segnala quello di Bari il Team Mystic Reunion dalle ore 21:00 del 22 luglio alle ore 06:00 del giorno seguente – e allarmisti preoccupati. Ma procediamo con ordine.
Semplicissimo da usare e gratuito, sfrutta le potenzialità dei più moderni smartphone dotati di geolocalizzatori e fotocamera. Si tratta di una realtà trasposta, potenziata, nella quale grazie al supporto del GPS i giocatori divengono allenatori di Pokémon virtuali in cerca di Pokémon da catturare – negli spazi urbani della città tra monumenti, chiese e piazze – e conquistare palestre e soldi per le Poké Ball. Si comincia con la personalizzazione del proprio avatar e la scelta di uno dei Pokémon starter della prima generazione. Catturare un Pokémon è semplice, si prende la mira con il touch screen del dispositivo per lanciare una Poké Ball. Una volta catturato esso va allenato affinché possa evolversi.
In Italia il fenomeno riguarda il 53% della popolazione e provoca sempre sempre più incidenti, alcuni mortali. Milano (61%) e Roma (53%) sono le città più malate di smartphone walking. Una tematica così attuale da diventare oggetto di approfondimento sulle maggiori testate a livello internazionale.
Anche il The New York Times si è occupato del tema e ha pubblicato uno studio condotto dai ricercatori della Stony Brook University.