Il consigliere comunale di Torre del Greco, Stefano Abilitato, comparirà davanti al gip Antonio Fiorentino a una settimana dal suo arresto nell’ambito della compravendita dei voti nel comune vesuviano. Ma già il 3 luglio del 2018, come riporta un articolo di ‘Metropolis’, a firma del collega Alberto Dortucci, l’ex golden boy di Forza Italia pronto a mollare il centrodestra per saltare sul carrozzone elettorale di Giovanni Palomba aveva raccontato le sue verità al pubblico ministero Pierpaolo Filippelli. Pronto a far luce sul patto tra politica e criminalità per controllare il voto, ma anche qualcosa in più. Infatti, a quanto si apprende, le amicizie pericolose intrecciate alla vigilia della corsa alle urne potevano essere utili a “regolare i conti” dei colletti bianchi a caccia di uno scranno a palazzo Baronale.
Infatti i netturbini guidati da Giovanni Massella, il figlio del boss ucciso in un agguato di camorra, erano un vero e proprio “braccio armato” al servizio di Stefano Abilitato e del suo “fraterno amico” Simone Onofrio Magliacano. Tali da essere utilizzati anche per sistemare le “questioni personali”. Come accaduto a fine aprile 2018, quando il consigliere scrive all’erede di Ciro Montella perché qualcuno in sella a un “Liberty azzurro ha fatt ‘u scem con la mia fidanzata”. Immediata la risposta dell’ex testimone di giustizia: “Fammi capire – il messaggio vocale inviato via WhatsApp – lei lo conosce chi è? E poi cosa è successo? Che ha detto? Ma è pelato? Fammi sapere solo se è pelato”. Un chiaro interessamento per “risolvere” la questione, giustificato da Stefano Abilitato come semplice curiosità: “L’episodio accadde in via Diego Colamarino – le parole agli atti del verbale di interrogatorio – e poiché Giovanni Massella si intratteneva abitualmente in piazza Santa Croce, gli chiesi se conoscesse una persona come quella che mi era stata indicata dalla mia fidanzata. Non mi sono mai permesso di chiedere a Giovanni Massella di malmenare chicchessia”.
Ma alla vigilia del voto, è ancora Stefano Abilitato a contattare Giovanni Massella, dopo una “turbolenta” serata in una discoteca del lungomare di Torre del Greco. “Ci fu una lite tra un mio amico e l’amico di un ex fidanzato della mia attuale ragazza – le parole messe a verbale dal consigliere comunale – e, trovandoci in campagna elettorale, la circostanza mi risultò indigesta: non volevo che il mio nome fosse associato a vicissitudini poco piacevoli. Perciò chiesi l’intervento di Giovanni Massella, perchè si tratta di una persona che vive normalmente per strada e conosce un po’ tutti. Con la mia richiesta, tuttavia, non volevo ordinare a Giovanni Massella di aggredire quel tipo, ma soltanto di avvicinarlo per intimargli di non fare più il mio nome”. Ulteriore testimonianza di come fossero intrecciati i rapporti tra politica e criminalità nel comune all’ombra del Vesuvio.
Articolo pubblicato il: 9 Aprile 2019 12:05