Il momento è davvero difficile per tutti i napoletani, visto che la seconda ondata di Covid 19 ha trasformato la Campania in zona rossa. Tutti sogniamo il ritorno quanto prima verso la normalità, rappresentata anche dalle passeggiate per le strade partenopee, magari assaporando una pizza “a portafoglio”, “zeppole e panzarotti” oppure un babà o una sfogliatella. Ognuno di essi è un meraviglioso cibo di strada (o street food, che dir si voglia), gustosamente caratteristici della città partenopea, strapiena di pizzerie, friggitorie e pasticcerie.
Ecco un elenco (che sarebbe comunque infinito) delle principali pietanze dello street food napoletano, da mangiare a Napoli centro e in tutte le strade del capoluogo partenopeo.
La pizza “a portafoglio” è certamente lo street food per eccellenza di Napoli e del mondo. Ovviamente, proprio nella città partenopea è stato inventato il modo di dire “pizza a portafoglio”: una pizza “take away” da piegare come fosse un portafogli e da mangiare a morsi mentre si passeggia per i vicoli della città partenopea.
Come resistere a una pizza fritta ripiena di ricotta, mozzarella, pomodoro, cicoli e salame? Un’altra specialità storica, venduta nei bassi, le case senza finestra che caratterizzano ancora oggi gli antichi quartieri popolari.
Anche la frittatina di pasta è un’icona della cucina tradizionale napoletana, anch’essa nata come cibo povero, perché fatta con la pasta avanzata del giorno prima, che non si butta mai.
Un altro “must” dello street food partenopeo è rappresentato dal “duo” zeppole e panzarotti, un vero e proprio simbolo della cultura gastronomica partenopea in materia di “fritturine”.
Zeppole e panzarotti possono essere messi in un sacchetto ma anche (e soprattutto) in un caratteristico “cuoppo”, ovvero una sorta di cartoccio a forma di cono (perfetto anche per il fritto di pesce).
Dal salato al dolce. E in tal senso viene subito in mente una bella sfogliatella. C’è chi la preferisce “frolla” (se preparata con la pasta frolla) e a chi invece piace “riccia” (preparata con pasta sfoglia), fatto sta che il suo sapore è inconfondibile.
La sfogliatella nasce nel XVIII secolo nel conservatorio di Santa Rosa da Lima, nei pressi di Amalfi. Questa nasce quasi per caso: era avanzata nella cucina del convento un po’ di pasta di semola, invece di buttarla, fu aggiunta frutta secca, zucchero e limoncello, ottenendo un ripieno.
Nel 1818, il pasticcere napoletano Pasquale Pintauro entrò in possesso della ricetta segreta della Santarosa, portando il dolce a Napoli, modificando leggermente la ricetta, introducendo la variante riccia-sfoglia inventando la sfogliatella classica. Una dolcezza che dà ancora più fascino ad una passeggiata per le strade di Napoli.
Altro classico della pasticceria napoletana è il babà. La sua origine è polacca, ma è a Napoli, dopo un passaggio in Francia, che è diventato il dolce più famoso e conosciuto.
È chiaro che, per evitare di ungersi troppo con il rum mentre si passeggia, è opportuno mangiarlo contenuto in un bicchiere, degustandolo con l’aiuto di una forchetta.
Articolo pubblicato il: 14 Novembre 2020 21:32