Siamo appena al secondo appuntamento con la nuova edizione, la 7° per l’esattezza, del Festival Barocco Napoletano, e già questo secondo successo la dice lunga per un prodotto culturale che, come sappiamo, intende divulgare e diffondere quella che un tempo fu la Scuola Musicale Napoletana: ma procediamo con ordine.
Lunedì 5 febbraio, nella magnifica e sontuosa Chiesa Luterana di Napoli, una delle nuove location scelte per questa settima edizione itinerante, si è consumato il secondo appuntamento con il Festival Barocco Napoletano, in un leggiadro ed emozionante viaggio dal “Barocco al Romanticismo”, come recita esplicitamente la locandina dell’evento citato.
Suddiviso in due parti, la serata ha offerto spunti interessanti e stimolanti non solo per gli artisti partecipanti, ma anche per il ricco programma, intimo e sacro nella prima parte, brillante e virtuosistico nella seconda. La splendida e delicata voce del mezzosoprano
L’intensità emotiva e il carattere intimo e religioso trasmessi abilmente dal mezzosoprano Mega, sono stati accolti da un fragoroso applauso che ha sancito subito un bis a richiesta: l’Ave Maria di William Gomez, che ha confermato l’eccellente prova dei due artisti, protagonisti della prima parte della serata. Di tutt’altra natura invece, per modalità esecutiva e per programma, la seconda parte della stessa, che ha registrato un graditissimo ritorno: il duo pianistico composto da
E così, in ordine di esecuzione, abbiamo potuto ascoltare il Primo movimento dalla Primavera, il Terzo movimento dall’Estate, e i Primi movimenti dall’Autunno e dall’Inverno, in un inarrestabile vortice di scale, di note ribattute, di accordi infiniti e così via: un lavoro duro, difficile, estenuante ma estremamente soddisfacente, che ha davvero messo a dura prova i due artisti, perfettamente a loro agio, concentratissimi e abilissimi nel dominare la tastiera “rovente” del pianoforte.
Continuando a sperimentare trascrizioni per pianoforte a 4 mani, questo volta è toccato a Mozart e alla sua celeberrima Eine Kleine Nachmusik K525 in sol maggiore, (Piccola musica notturna) della quale è stata eseguita solo il Primo movimento, con maestria e precisione.
E siamo così giunti alla parte romantica della serata, affrontando prima un superbo Brahms con i Valzer n. 1, 3 e 11, e poi quello travolgente con le Danze Ungheresi n. 4 e n. 5. Con Liszt, e con la sua più famosa Rapsodia Ungherese, la n. 2 in do diesis minore, il duo pianistico Veneziani-Valluzzi ha concluso ufficialmente la serata, affrontando egregiamente le numerose difficoltà e insidiose tecniche pianistiche, contenute in questo difficilissimo brano virtuosistico, dove sono presenti infiniti trilli, accodi velocissimi, numerose note ribattute e passaggi difficili che coprono tutte le sette ottave della tastiera del pianoforte: il tutto con un’affiatamento perfetto e rigorosamente preciso, inoltre il pianista di sinistra deve abituarsi a suonare senza usare il pedale di risonanza, che ovviamente userà quello di destra, ma poiché entrambi si sono scambiati i “ruoli”, il loro affiatamento, in tal senso, è risultato ancora più perfetto.
Si sono congedati dalla serata, mentre i lunghi applausi ne decretavano il successo incondizionato, con un piccolo e delicato bis: Le Cygne di Camille Saint-Saens, dal Carnevale degli animali, lasciando ancora vivo e intatto tutto il loro stupefacente lavoro di dedizione verso quella magia che è la musica: ancora una volta Massimiliano Cerrito, Presidente e fondatore del Festival Barocco Napoletano, con la sua professionalità e forte passione, ha potuto organizzare un evento musicale che, per programma e modalità di esecuzione, ha lasciato in tutti noi un affettuoso e luminoso ricordo.
Articolo pubblicato il: 8 Febbraio 2024 10:15