PIMONTE (NA) – “La ricerca richiede un lavoro di squadra. Sul glioblastoma, tumore estremamente aggressivo e attualmente non curabile, occorre un impegno importante della comunità scientifica. Negli ultimi anni abbiamo ottenuto molte informazioni ma dobbiamo ancora scoprire tanto. Tutte le iniziative che riconoscono il valore della ricerca e del lavoro dei ricercatori sono fondamentali”.
Lo ha detto Fabrizio Tagliavini, direttore scientifico della Fondazione IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano intervenendo al “Premio Carla Russo” in occasione della consegna di tre borse di studio a sostegno della ricerca sui tumori cerebrali.
I riconoscimenti sono stati assegnati ad Antonella Castellano, Francesco Cicone e Giuseppe Lombardi, che sono tra i più giovani e accreditati ricercatori italiani (hanno ricevuto tre contributi economici da tremila euro ciascuno).
“Il glioblastoma è un avversario temibile e intelligente”, ha evidenziato Gaetano Finocchiaro, direttore dell’unità operativa di neurologia – VIII dipartimento di neuro-oncologia della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano.
“Dobbiamo imparare a conoscerlo meglio e questo è un obiettivo che possiamo raggiungere. Una direzione importante su cui puntare – ha aggiunto – è quella del sistema immunitario, non è facile ma su questo dobbiamo molto lavorare”.
“Abbiamo elementi che ci rendono ottimisti. Possiamo fare grandi passi in avanti se c’è una concreta sinergia tra clinici e ricercatori”, ha sostenuto Marc Sanson, ordinario di neurologia all’Università Pierre and Marie Curie Sorbonne di Parigi.
“La prossima rivoluzione che aspettiamo – ha rimarcato – è quella del trattamento dei glioblastomi. Bisogna far crescere interesse verso la ricerca”.
Sul gioco di squadra punta anche Luigi Mansi, coordinatore della sezione Salute e Sviluppo del Cirsp (Centro Interuniversitario di Ricerca per la Sostenibilità).
“La ricerca è passione, senza non c’è futuro. Il ricercatore sente l’emozione di arrivare prima degli altri alla meta, con il supporto di tutta la squadra, come in una partita di rugby”.
Commossi e determinati nel sostenere la ricerca gli organizzatori del ‘Premio Carla Russo’, Carmela e Antonio Palummo: “Il modo migliore per ricordare nostra madre è contribuire ai progressi scientifici. Un inno alla vita e alla speranza per tante persone che ce la possono ancora fare. Da oggi siamo in campo per dare un contributo concreto alla ricerca per migliorare la qualità della vita”.
Articolo pubblicato il: 15 Dicembre 2019 9:47