Può sembrare inverosimile, ma il San Carlo di Napoli, uno dei più belli, antichi e monumentali teatri del mondo, fu realizzato in soli otto mesi e venti giorni. La nuova struttura fu costruita da Angelo Casarale su un progetto di Giovanni Antonio Medrano e inaugurata il 4 novembre del 1737, nel giorno dell’onomastico del sovrano. Artefice di tale progetto, infatti, fu proprio Carlo di Borbone, figlio di Filippo V e principe di Parma che, sottraendo Napoli agli Asburgo, divenne il re delle Due Sicilie come Carlo III di Borbone.
La sua spiccata lungimiranza gli permise di soppiantare il vecchio teatro San Bartolomeo, già ampliato e rimaneggiato più volte, ma evidentemente non più idoneo ad accogliere l’enorme mole di artisti e cittadini che affollavano sempre più la città Partenopea.
L’opera che doveva inaugurare il nuovo teatro di San Carlo fu commissionata a un musicista pugliese, Domenico Natale Sarro che, ammesso al Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana, studiò a Napoli con Angelo Durante (zio del celebre Francesco Durante), e già nel 1710 scrisse la sua prima composizione intitolata L’opera d’amore. Con la rappresentazione dell’Achille in Sciro di Pietro Metastasio, messo in musica da Domenico Sarro, maestro della Cappella di Corte del Re di Napoli Carlo III, il San Carlo fu inaugurato con tutti gli onori e “regalato” alla città dallo stesso sovrano, il cui prestigio andava sempre più aumentando.
Sul podio un convincente Alessandro De Marchi, il cui repertorio spazia dal barocco a Mozart, fino ai più bravi contemporanei del bel canto. La regia è stata affidata al musicista napoletano Filippo Zigante che, con l’ausilio del maestro del coro Marco Faelli, ha realizzato uno spettacolo di grande suggestione, nonostante la mancanza dell’azione scenica dei personaggi favorendo la fantasia degli spettatori presenti in sala, che hanno solo immaginato tale azione. Intervallati dagli interventi del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo, le voci hanno fanno rivivere degnamente questo dramma per musica in tre atti con la preziosa revisione critica di Ivano Caiazza, che ha voluto sottolineare con competente professionalità, l’importanza e l’interesse della partitura musicale dell’Achille in Sciro.
Tra i cantanti che hanno prestato la voce ai sette personaggi dell’opera, voglio segnalare l’eccellente prova di Lucia Cirillo (Teagene), raffinata soprano che ha mandato letteralmente in delirio il pubblico del San Carlo. Non meno bravi tutti gli altri cantanti da Sonia Prina (Achille) a Francesco Marsiglia (Ulisse), da Enrico Iviglia (Licomede) a Raffaelle Milanesi (Deidamia) fino a Francesca Lombardi Mazzulli (Arcade).
La voce recitante del personaggio di Nearco è stata affidata a uno dei più grandi attori che il teatro internazionale possiede, il napoletano Mariano Rigillo, che con la sua calda e profonda voce inconfondibile ha fortemente condizionato l’esito favorevole di entrambe le serate, portando al successo questo ennesimo spettacolo sancarliano. Ancora una volta l’Orchestra del San Carlo ha dimostrato grandi doti di esecuzione, confezionando uno spettacolo di ottima prova interpretativa.
Eccellente il primo oboe dell’orchestra.
Articolo pubblicato il: 30 Novembre 2016 19:08