Per l’inaugurazione della nuova Stagione 2019/2020, mercoledì 11 dicembre alle ore 20.00, il Teatro San Carlo mette in scena “La Dama di Picche”, di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Tutto pronto dunque per l’inaugurazione della nuova Stagione Lirica e di Balletto 2019/2020 del Massimo napoletano che apre al pubblico con l’opera più apertamente drammatica tra quelle composte negli anni della maturità da Pëtr Il’ič Čajkovskij: La dama di picche.
Opera in tre atti ed articolata in sette scene tutte ambientate a San Pietroburgo durante la dominazione di Caterina la Grande, negli anni a cavallo tra il 1761 e il 1796, che il compositore russo anticipa rispetto al racconto di Puskin, dal quale è tratta l’opera, infatti è ambientato negli anni della maturità dello scrittore russo, tra il 1820 e il 1837.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del San Carlo, l’esperto e ormai “collaudato” Juraj Valčuha, attuale Direttore Musicale del Massimo napoletano dal 2016, e insignito anche del prestigioso Premio Abbiati 2018, come migliore direttore d’orchestra, che dirigerà Pikovaja Dama (questo il titolo originale russo) nella messa in scena curata da Willy Decker, tedesco classe 1950, in una produzione della Staatsoper di Amburgo, e rappresentata per la prima volta in Italia, nel nostro prestigioso teatro.
Una Dama di picche, quella dello straordinario regista tedesco, scrutata attraverso una sofisticata analisi e con un taglio quasi cinematografico, che si sofferma, amplificandole, sulle complesse figure del dramma.
Lo spazio, saggiamente disegnato insieme ai costumi da Wolfgang Gussmann, dove colloca i singoli personaggi, grande, vuoto, quasi desolato ma nello stesso tempo anche claustrofobico, interagisce perfettamente con gli attori, accogliendoli e trasformandone gli stati d’animo di tutti i personaggi impegnati nella difficile recita, respirando i ritmi delle contraddizioni, che li caratterizza.
“Hermann, il protagonista – spiega Decker – si sente come di vivere in una prigione. È incapace di modificare la sua condizione, stritolato fra una irrealizzabile bramosia di vita e l’odio crescente verso di essa. In questa spaventosa tenebra spirituale il gioco delle carte gli appare come un miraggio, una distorta e seducente promessa. E’ povero e deve giocarsi il tutto per tutto. Non può puntare del danaro e allora punta su sé stesso, gioca per la vita o la morte.
Hermann diviene, in questo modo, il prototipo per eccellenza dell’essere umano, che gioca il suo destino per la vita e la morte e, alla fine, perde sempre. Lo stesso Čajkovskij vedeva la vita come un outsider.
Come omosessuale nella società zarista doveva cancellare amore e sessualità dalla sua esistenza, il desiderio di liberare la sua personalità e quello della felicità rimasero per lui sempre inappagati. La condizione di Hermann è sostanzialmente la stessa ma solo con indicatori diversi.
L’outsider e il suo posto in questo mondo è uno dei temi principali di Čajkovskij. Con “La Dama di Picche” e, soprattutto, con la figura di Hermann, l’autore ritorna su questo tema con cui identificarsi e lo porta a scrivere l’opera forse più radicale e sicuramente più moderna della sua produzione”.
Ispirato al racconto omonimo di Aleksandr Puškin, La Dama di picche fu scritto da Čajkovskij su libretto (nonché su suggerimento) del fratello Modest, in solo sei settimane proprio in Italia, a Firenze, in un anonimo e sobrio hotel sui lungarni, tra passeggiate alle Cascine e qualche visita agli Uffizi.
E’ un’opera che si apre con la più brave delle introduzioni orchestrali, ma che tuttavia risulta essere tra le più complesse della esigua produzione operistica di Čajkovskij, i cui principali elementi sono fondamentalmente tre: i personaggi, l’azione ed il contesto.
Anche la sua orchestrazione fu completata in altre sei settimane, per debuttare il 19 dicembre 1890 (il 7 dicembre secondo il calendario ortodosso), al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. In Italia, arrivò solo nel 1906 e fu messa in scena, alla Scala di Milano. Il cast sarà composto da cantanti di prim’ordine che saranno impegnati in quest’opera fino al 15 dicembre.
Misha Didyk e Oleg Dolgov si alterneranno nel ruolo di Herman, Tomas Tomasson, invece sarà il conte Tomskij, insieme a Maksin Aniskin che vestirà i panni del principe Eleckij, Liza avrà le voci di Anna Nechaeva e Zoya Tsererina e La contessa quella di Julia Gertseva. Il Coro, infine, è istruito, ancora una volta, dalla brava e attenta Gea Garatti Ansini. Lo spettacolo sarà ripreso da Stefan Heinrichs e sarà possibile assistere allo stesso, fino a domenica 15 dicembre.
Stagione 2019/2020 Inaugurazione
Mercoledì 11 dicembre ore 20.00 – Orario spettacoli
venerdì 13 dicembre 2019, ore 20.00 – Turno C/D
sabato 14 dicembre 2019, ore 19.00 – Turno B
domenica 15 dicembre 2019, ore 17.00 – Turno F
Pëtr Il’ič Čajkovskij
La Dama di Picche
Direttore | Juraj Valčuha
Regia | Willy Decker
Assistente alla Regia | Stefan Heinrichs
Scene e Costumi | Wolfgang Gussmann
Assistente ai costumi | Sara Berto
Luci | Hans Toelstede riprese da Wolfgang Schünemann
Vocal coach | Nino Pavlenichvili
Interpreti
Herman | Misha Didyk (11, 13 e 15 dicembre)/ Oleg Dolgov (14 dicembre)
Il conte Tomskij | Tomas Tomasson
Il principe Eleckij | Maksim Aniskin
Liza | Anna Nechaeva (11, 13 e 15 dicembre)/ Zoya Tsererina (14 dicembre)
Polina | Aigul Akhmetchina
La contessa | Julia Gertseva
Čekalinskij | Alexander Kravets
Surin | Alexander Teliga
La governante | Anna Viktorova
Maša, | Sofia Tumanyan
Čaplickij/Il cerimoniere | Gianluca Sorrentino
Narumov | Seung Pil Choi
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo