Una tecnologia innovativa, l’O-Arm, ha permesso a una donna che non riusciva a camminare a causa di una patologia degenerativa della colonna vertebrale, di recuperare rapidamente la deambulazione. L’intervento è stato condotto, prima la volta in Campania, dall’equipe di Giuseppe Catapano, direttore delle Unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’Ospedale del Mare di Napoli Est.
La stessa apparecchiatura è presente solamente in poche altre prestigiose strutture sanitarie in Italia tra cui l’Istituto Humanitas a Milano, il Policlinico Gemelli a Roma e il Policlinico di Messina.
La tecnologia O-arm, di fabbricazione americana, consente di simulare l’atto chirurgico poco prima che venga effettuato, permettendo così di verificarne la corretta impostazione e aumentarne la precisione.
Durante l’intervento, questa tecnologia permette di acquisire immagini simili a quelle di una TAC, che vengono trasferite a un sistema di neuro-navigazione e forniscono così una simulazione di ciò che i chirurghi stanno per compiere. Per esempio, in chirurgia vertebrale posizionare una vite è molto più facile in quanto il chirurgo vede la traiettoria che ha ideato e ne verifica la sicurezza ovvero i rapporti con i vasi, il midollo o le strutture nervose.
Presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma è disponibile il sistema O-Arm 2, un’evoluzione della tecnologia O-Arm, che consente interventi ultraprecisi di neurochirurgia per il trattamento del Parkinson, della Distonia e dell’Epilessia: permette di seguire in tempo reale l’impianto di un “pacemaker” cerebrale per la stimolazione profonda del cervello di questi pazienti.
“La stimolazione cerebrale profonda permette di migliorare i sintomi di malattie come il Parkinson, la Distonia o alcune forme di epilessia che non rispondono ai trattamenti farmacologici di prima linea”, afferma la dottoressa Anna Rita Bentivoglio, Responsabile UOS Disturbi del Movimento della UOC di Neurologia del Gemelli. “In alcuni casi, i risultati sono sorprendenti, tanto da riuscire a sospendere o ridurre in maniera importante la terapia farmacologica”.
L’investimento in tecnologie all’avanguardia e nuovi macchinari per la sala operatoria consente di migliorare e ottimizzare le risorse, ridurre i tempi degli interventi e le complicanze delle procedure ed è la strada per garantire migliori risultati nella cura di pazienti complessi.
Articolo pubblicato il: 4 Novembre 2018 16:46